domenica 1 giugno 2014

Ultima lettura: "Vendetta ai Mondiali" di Paolo Foschi



Vendetta ai Mondiali. Il ritorno del commissario Attila

Autore: Foschi Paolo
Dati: 2014, 186 p., brossura
Editore: E/O (collana Originals)

«Fai attenzione, se ti blocca la polizia: non è omologata»
«La polizia sono io»
Indossò il casco e via.

Eh sì, Igor Attila è tornato. Lo ritroviamo all’inizio di questo nuovo romanzo di Paolo Foschi con una gamba in meno e tanta rabbia in più. Al posto della gamba, oggi ha una protesi che gli ricorda ogni momento il brusco cambio di vita che ha dovuto sopportare a causa di un rovinoso incidente in sella alla sua amata Hornet truccata: con un’altra protesi in carbonio sogna di tornare in pista e poter correre come Pistorius, per non darla vinta alla sciagura che ha travolto la sua esistenza.
Photo HelenTambo on Instagram
Per il resto, Igor è sempre più insofferente verso le gerarchie, secondo un cliché abbastanza usuale tra i poliziotti dei romanzi –Montalbano in primis, lui che sembra il papà di tutti- e anche verso qualche collega, anzi una in particolare, la criminologa Chiara Merlo, ormai suo vice. Inoltre continua a vivere in modo sofferto la sua relazione sentimentale con Titta, che –lo dico con sincerità assoluta- è il personaggio meno visibile ma più ingombrante di tutti, capace di suscitare profonda antipatia per i suoi atteggiamenti isterici. Infine, ha sempre un rapporto molto intimo con il Calvados, l’unico di cui si fida. Insomma, Igor Attila ormai lo conosciamo bene e anche se vorremmo che imparasse a smussare qualche spigolosità del carattere e soprattutto che chiudesse una volta per tutte con Titta, continua a piacerci molto.
Alla vigilia della partenza per il campionato mondiale di calcio, due autobombe comandate a distanza fanno saltare in aria Fulvio Cipollone, attaccante della Nazionale, e Idel Fuschini, portiere. Entrambi erano legati ad un imprenditore dell’acciaio dalle lunghe mani, intrallazzato con il potere, anzi con il Potere, responsabile di un disastro ambientale senza precedenti, che tanto fa ricordare le recenti vicende di Taranto e dell’Ilva. Attila, nonostante sia convalescente dopo il pauroso incidente stradale che per poco non gli è costato la vita, viene richiamato in servizio: questo è un caso che solo la sezione crimini sportivi della questura di Roma può risolvere. All’inchiesta sui due omicidi di Coverciano, si aggiunge parallelamente un’indagine che riguarda il mondo dell’atletica leggera: un presunto traffico di sostanze dopanti, in cui sarebbe coinvolto un aitante ostacolista che farà presto battere cuore e ormone al commissario, alla faccia di Titta.
In nemmeno duecento pagine si succedono colpi di scena continui, le vicende si complicano e si risolvono, gli intrichi si aggrovigliano e si sbrogliano in un’alternanza di avvenimenti che catturano l’attenzione del lettore senza lasciargli tregua (lo so, è una formula trita e ritrita ‘catturare l’attenzione senza lasciare tregua’, ma così è). Nulla è scontato, tanto meno la conclusione delle indagini: ulteriori sorprese, nelle ultimissime pagine, riguardano la vita di Igor.
“Vendetta ai mondiali” è decisamente una bella lettura per i riti in preparazione ai prossimi mondiali di calcio, corredati da un’appendice, “Amore in ostaggio”, già apparso mese fa online per riaccendere i riflettori sul commissario meno ortodosso d’Italia.

2 commenti:

  1. Sono spesso restia a leggere libri di commissari, poliziotti, investigatori e così via e non saprei spiegare il perché. I romanzi di Fred Vargas li ho letti in maniera avida, sperando che le storie con Adamsberg non finissero mai. Ho conosciuto il Ricciardi di De Giovanni e ora sto cercando di mettermi in pari con tutta la produzione che lo riguarda... insomma se ne incontro uno, resto stregata, ma se devo andare a cercarmeli non lo faccio mai. Quindi finora non avevo mai incontrato Paolo Foschi ma mi sa che ora diventerà un tarlo fino a che non riuscirò a leggere di Igor Attila!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Girasonia, ti consiglierei di procedere con ordine. A onor del vero questo dei quattro è il meno riuscito, a mio parere, anche se mi è piaciuto molto. Alcuni motivi tornano con ciclicità nelle quattro avventure del commissario e forse a lungo andare rischiano di usurarsi. Vedremo come Foschi farà evolvere il personaggio di Attila, se ancora gli dedicherà spazio e tempo.
      Intanto io sono tornata (black-out durato poco, alla fin fine!)

      Elimina