E poi ci
sono quei momenti che (Le Polaroid di
un padre quasi perfetto)
Autore: Feo
Nicola
Dati: 2015, ebook,
98 p. su dispositivo Kindle
Editore: Zandegù
Io sono stato seduto su un masso a osservare
le anatre,
ma a differenza di Holden Caulfield
non mi sono chiesto dove andassero d’inverno.
C'è un ragazzo padre e ci sono due Cuccioli
d'uomo, i suoi figli.
C'è il fatto che per diventare padre (e
madre) esiste la Natura che fa un certo corso (quella cosa delle api,
dell'impollinazione, eccetera eccetera), per fare il padre (e la madre) invece
ci vuole l'esperienza che ti fai sul campo, perché non esistono ricette,
nessuno può spiegare come si fa.
E così, specie se resti solo come capita a
Nicola, devi farti in due e affrontare giorno per giorno quello che la vita e i
tuoi bambini ti presentano.
Questo papà, che forse è ancora un po’
figlio, raccoglie ventidue istantanee di vita, una per ogni occasione gli si
presenti per conoscere meglio i suoi figli, per aggiustare il tiro, per
prendere bene le misure e cercare di non sbagliare, adattandosi alle
circostanze e a prezzo di qualche errore di valutazione. Le chiama Polaroid,
come la macchina fotografica dalla quale quasi magicamente uscivano le immagini
appena scattate, senza passare dalla camera oscura del fotografo. Sono
fotografie che a distanza di tempo oggi possono apparire di uno strano colore
giallastro, che le distingue dalle altre, che pure presentano i segni del tempo
per un virare del colore, accentuato in una certa tonalità. Ciononostante chi
le ha conosciute in qualche modo è rimasto affascinato da questo incantesimo
che riusciva a consegnare in tempo reale la traduzione di un momento.
Nicola Feo traduce istanti in immagini fatte di parole e, accompagnandosi a quelle dei libri che ha amato -da Simenon a Philip Roth, da Franzen a Salinger, da Jennifer Egan a Manuel Vázquez Montalbán, da Saunders a Tolstoj, a McCarthy, a Baricco e tanti altri-, racconta i suoi momenti con i suoi bambini, “il Grande moro e il Piccolo biondo, il primo occhi scuri e fisico possente, il secondo occhi celesti e fisico dinoccolato”, che per certi versi somigliano a quei momenti di trascurabile felicità di cui qualche anno fa ci ha parlato Francesco Piccolo, quei momenti destinati ad essere ricordati quando sono passati, quei momenti in cui siamo stati felici senza accorgercene. Più che momenti felici (ma ci sono anche quelli), quelli di Nicola Feo sono momenti in cui il padre che è, che sta diventando strada facendo, raggiunge qualche piccola o grande consapevolezza.
Nicola Feo traduce istanti in immagini fatte di parole e, accompagnandosi a quelle dei libri che ha amato -da Simenon a Philip Roth, da Franzen a Salinger, da Jennifer Egan a Manuel Vázquez Montalbán, da Saunders a Tolstoj, a McCarthy, a Baricco e tanti altri-, racconta i suoi momenti con i suoi bambini, “il Grande moro e il Piccolo biondo, il primo occhi scuri e fisico possente, il secondo occhi celesti e fisico dinoccolato”, che per certi versi somigliano a quei momenti di trascurabile felicità di cui qualche anno fa ci ha parlato Francesco Piccolo, quei momenti destinati ad essere ricordati quando sono passati, quei momenti in cui siamo stati felici senza accorgercene. Più che momenti felici (ma ci sono anche quelli), quelli di Nicola Feo sono momenti in cui il padre che è, che sta diventando strada facendo, raggiunge qualche piccola o grande consapevolezza.
Si tratta di un libro veloce, che si legge
piacevolmente, una buona prova di opera prima.
E si sa che se la prima è buona, la responsabilità della seconda è enorme.
E si sa che se la prima è buona, la responsabilità della seconda è enorme.
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