#NidiDiRagno: ancora social
reading con Italo Calvino e TwLetteratura
Ora Pin è solo
tra le tane dei ragni
e la notte è
infinita intorno a lui
come il coro
delle rane.
Ci sono libri che diventano i tuoi libri, quelli che da un
certo momento in avanti ti accompagneranno per tutta l’esistenza, quelli che ti
porterai sempre dietro, di trasloco in trasloco, di casa in casa, di vita in
vita.
Allo stesso modo ci sono scrittori che diventano i tuoi
preferiti, forse anche per caso, perché hai incontrato sul tuo cammino di
formazione quelli e non altri, che potevano diventare anche loro i tuoi
preferiti e che probabilmente resteranno occasioni perse.
Photo HelenTambo on Instagram |
Diventano i tuoi preferiti magari per combinazione, ma poi
per scelta, perché li cerchi, continui a leggerli, alla fine sai quasi tutto di
loro e delle loro opere, di quello che dicevano, di quello che pensavano. E non
a caso parlo di loro al passato, perché possiamo avere certamente tra i nostri
autori preferiti anche scrittori contemporanei viventi, ma quando penso alla
mia formazione in particolare, io penso a una certa letteratura, condensata
soprattutto tra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso, con una
specifica concentrazione sul Neorealismo. Per farla breve, ognuno ha le sue
fissazioni e io sono un po’ fissata con Vittorini, Pavese, Fenoglio, Moravia,
Cassola, Pratolini, Calvino e così via, solo per citare qualche nome tra i
tanti possibili.
La scuola ha avuto in questo un ruolo decisivo, almeno nel
mio caso: più volte ho avuto modo di dirlo, più volte mi sono dichiarata
studentessa fortunata che ha fatto incontri fortunati con insegnanti
eccezionali, che hanno rafforzato una naturale passione per la lettura, nata in
famiglia prima che altrove, favorendo la conoscenza di autori importanti da
inseguire, leggere e fare propri, in solitudine.
Italo Calvino è senza dubbio uno dei miei scrittori
preferiti; vorrei dire che è il mio preferito, se non temessi di far torto ad
altri che più o meno allo stesso modo mi appartengono. Ma con Calvino è nata
subito un’intesa che si è giocata molto sulla possibilità di fantasticare
indotta dalla lettura della trilogia de “I nostri antenati”, alle scuole medie:
“Il barone rampante” è stato il primo romanzo di Calvino che ho letto a scuola,
per l’ora di narrativa (si fa ancora alle medie?), e poi da sola ho completato
la trilogia con “Il visconte dimezzato” e “Il cavaliere inesistente” perché
ormai la febbre mi era venuta. Ripensavo a quello stralunato di Marcovaldo di
cui mi avevano letto qualche racconto alle elementari e ritrovavo i nomi di
ispirazione medievale e le situazioni surreali che tanto mi avevano colpito da
ragazzina: da adulta le avrei trovate ancora nelle descrizioni che Marco Polo
fa delle città invisibili, incontrate nei viaggi attraverso l’immenso impero di
Kublai Kan.
A diciassette anni leggo per la prima volta, e su consiglio
della mia insegnante di Italiano, “Il sentiero dei nidi di ragno”, il primo
romanzo di Italo Calvino, scritto e pubblicato nel 1947, quasi all’indomani
della Liberazione, a bocce ferme ma non troppo rispetto a quella stagione
politica e culturale tanto carica di significati. Quella fu un’epoca fervida di
scrittori che volevano e sentivano di dover raccontare quello che avevano visto
e vissuto: Maria Bellonci, nella Prefazione a "Tempo di uccidere"
di Ennio Flaiano, vincitore del primo
Premio Strega proprio nel 1947, dice che quell’anno fu “buono per i libri e
anche per gli scrittori; sebbene questi ultimi se ne siano accorti solo più
tardi”. In effetti quello fu l’anno in cui sugli scaffali delle librerie si
trovava “La romana” di Alberto Moravia accanto a “Il compagno” di Cesare
Pavese, a “Malaria di guerra” di Enrico Pea, a “Cronache di poveri amanti” di
Vasco Pratolini. E appena due anni prima, a due mesi dal 25 aprile, era uscito
“Uomini e no” di Elio Vittorini, mentre due anni dopo Renata Viganò avrebbe
pubblicato “L’Agnese va a morire”. Tutti volevano scrivere la guerra, la
Resistenza, la vita nelle città e sulle montagne, il mercato nero, le miserie
umane, gli atti eroici e le vigliaccherie, il dolore e la speranza. Calvino lo fece in modo diverso dagli altri, con una scelta che poneva il suo
romanzo a margine della Storia: per non sentirsi in soggezione avrebbe
affrontato il tema “di scorcio”, attraverso gli occhi di un bambino che gioca a
fare il grande, in un gioco più grande di lui. E probabilmente questa è stata
la cifra caratteristica di un romanzo immortale che può parlare a tutti, ai più
piccoli come ai grandi, in una dimensione che Pavese per primo definì
‘fiabesca’, come d’altronde è quasi tutta la produzione di Calvino.
Sono sicura che in quello che ho scritto finora molti
lettori si ritroveranno, perché Italo Calvino per molti della mia generazione è
stato colonna portante nel processo di costruzione del proprio sapere.
Photo HelenTambo on Instagram |
Oggi, a distanza di oltre trenta anni e dopo averlo
sfogliato e risfogliato nel corso del tempo, riprendo la lettura de “Il
sentiero dei nidi di ragno” e lo faccio con i miei alunni prima di tutto, con
la speranza e la curiosità di vedere che effetto farà su di loro, dopo che
abbiamo cominciato un percorso sulla letteratura neorealista che ci ha già
visto leggere nelle scorse settimane "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò. E
lo faccio con la comunità di TwLetteratura, che ha accolto con entusiasmo la
mia proposta e mi ha offerto tutto il supporto organizzativo per il lancio
della riscrittura di #NidiDiRagno, che spero coinvolgerà molti utenti di
Twitter e molte scuole, in una rete grandissima senza obblighi formali né
protocolli da seguire, se non il rispetto di un calendario e delle poche e
semplici regole del gioco, che trovate qui.
Sarà il rinnovarsi dell’incontro con Pin e Cugino e del Comandante Kim. Un incontro che si rinnova e che mi trova emozionata, in attesa di scoprire cosa troverò ancora tra le righe di questo romanzo, nelle parole dei suoi protagonisti, nel paesaggio che Calvino aveva a sua disposizione, perché era fatto dei suoi luoghi, e che aveva bisogno di popolare con figure epiche tra Storia e storie.
Sarà il rinnovarsi dell’incontro con Pin e Cugino e del Comandante Kim. Un incontro che si rinnova e che mi trova emozionata, in attesa di scoprire cosa troverò ancora tra le righe di questo romanzo, nelle parole dei suoi protagonisti, nel paesaggio che Calvino aveva a sua disposizione, perché era fatto dei suoi luoghi, e che aveva bisogno di popolare con figure epiche tra Storia e storie.
Appuntamento quindi a lunedì 9 novembre con #NidiDiRagno.
Sei stata una studentessa fortunata è vero...
RispondiEliminama quanto fortunati sono anche i tuoi studenti!