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Come
lo scorso anno dedico l’ultimo post di dicembre al bilancio delle letture fatte
e inizio subito col dare i numeri: 80 libri letti (uno in meno dello scorso
anno, ma ero certa che fossero dieci in più, mi ha imbrogliato la ‘sfida’ con
me stessa proposta da Goodreads, che fissava il traguardo a settanta libri,
perché –ci ho pensato dopo- non aveva inserito i titoli già presenti nella mia
libreria virtuale e riletti nel corso dell’anno), di cui 18 in e-book. Ecco,
qui registro una controtendenza: invece di aumentare, il numero di e-book è
sensibilmente diminuito (ben undici in meno dello scorso anno), perché alla
fine continuo a perseverare con la smania del possesso dell’oggetto libro. A
parte l’attaccamento al libro di carta (ovviamente vi risparmio il discorso del
fascino dell’odore della carta, perché lo trovo insulso e falso) che
sembrerebbe fine a se stesso, in realtà trovo più comodo risfogliare il libro
piuttosto che l’e-book; inoltre una disavventura con l’account di Adobe (il
software che consente di leggere gli e-book protetti con DRM) mi ha fatto
perdere la gran parte degli acquisti digitali che non ho più potuto recuperare
da BookRepublic (questo è anche il motivo per cui i pochi e-book acquistati da
un certo momento in poi li ho presi esclusivamente su Amazon, da cui è sempre
possibile recuperare ciò che hai regolarmente pagato).
Non c’è quest’anno un autore più letto di altri, se si fa eccezione per Elena Ferrante della quale (del quale?) ho completato la quadrilogia de “L’amica geniale” iniziata nel 2014 (a proposito, questi libri li ho solo in e-book, ma spero di acquistarli in cofanetto prima o poi, in fondo il mio compleanno è tra poco più di un mese). Ho seguito le ultime uscite degli scrittori che leggo da tempo e che acquisto a scatola chiusa, come Ammaniti, Camilleri, Manzini; ho fatto scoperte interessanti, di cui ho parlato in post dedicati, come Salvatore Satta, Anne Fine, Jenny Offill, Dorothy Baker, Giorgio Manganelli.
Non c’è quest’anno un autore più letto di altri, se si fa eccezione per Elena Ferrante della quale (del quale?) ho completato la quadrilogia de “L’amica geniale” iniziata nel 2014 (a proposito, questi libri li ho solo in e-book, ma spero di acquistarli in cofanetto prima o poi, in fondo il mio compleanno è tra poco più di un mese). Ho seguito le ultime uscite degli scrittori che leggo da tempo e che acquisto a scatola chiusa, come Ammaniti, Camilleri, Manzini; ho fatto scoperte interessanti, di cui ho parlato in post dedicati, come Salvatore Satta, Anne Fine, Jenny Offill, Dorothy Baker, Giorgio Manganelli.
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“Infinite Jest” di David Foster Wallace (di cui che avevo letto solamente “Una cosa
divertente che non farò mai più”) e “I
fratelli Karamazov” di Fëdor
Dostoevskij sono state le imprese titaniche portate a termine grazie al
sostegno del gruppo di lettura Scratchmade di Maria Di Biase: non so se di
Wallace leggerò altro, so per certo che mi aspetta l’opera omnia di ‘Dosto’ e
anche gli altri russi (magari non tutto di tutti, ma quasi: diciamo che sto
andando in fissa).
L’editore
più presente nel mio elenco quest’anno è Einaudi (17), seguito da Mondadori
(7), Adelphi (6), e/o e Sellerio (5), Feltrinelli e Bompiani(4), Sonzogno,
Rizzoli, minimum fax, Skira (2). Anche
quest’anno mi è capitato di leggere libri particolari, piccole chicche
editoriali che si possono trovare spesso solo se cercate attentamente o se si
capita a Roma a dicembre alla fiera della piccola e media editoria,
PiùLibriPiùLiberi: così ho letto libri editi da NN Editore, Marcos y Marcos,
Ėxòrma, CaratteriMobili, :duepunti edizioni, Zandegù.
Quest’anno credo di aver lasciato a metà solo un libro, “Sei la mia vita” di Ferzan Ozpetek: una lunga narrazione in cui il regista turco, ormai italiano d’adozione, si rivolge all'amato compagno, raccontandogli la sua vita passata, gli incontri e i luoghi prima e durante la loro felice convivenza. Un racconto infarcito di continue dichiarazioni d'amore (al limite del melenso), di episodi che riguardano la vita degli amici del regista (magari anche chi se ne importa, o no?), le cui uniche parti da salvare sono quelle in cui si capisce che molto dei film di Ozpetek nasce dalla vita vera: esiste la terrazza dei pranzi domenicali di "Le fate ignoranti", esiste l'anziano colpito da amnesia che trova rifugio nella casa di Giovanna Mezzogiorno ne "La finestra di fronte". Noioso e faticoso, della serie “non tutte le ciambelle riescono col buco”, conferma che si può essere grandi registi, ma realizzare un film di successo, in cui oltre al regista e al soggetto ci sono gli attori, la fotografia, i costumi, le scenografie, la colonna sonora, è altro dallo scrivere un libro.
Quest’anno credo di aver lasciato a metà solo un libro, “Sei la mia vita” di Ferzan Ozpetek: una lunga narrazione in cui il regista turco, ormai italiano d’adozione, si rivolge all'amato compagno, raccontandogli la sua vita passata, gli incontri e i luoghi prima e durante la loro felice convivenza. Un racconto infarcito di continue dichiarazioni d'amore (al limite del melenso), di episodi che riguardano la vita degli amici del regista (magari anche chi se ne importa, o no?), le cui uniche parti da salvare sono quelle in cui si capisce che molto dei film di Ozpetek nasce dalla vita vera: esiste la terrazza dei pranzi domenicali di "Le fate ignoranti", esiste l'anziano colpito da amnesia che trova rifugio nella casa di Giovanna Mezzogiorno ne "La finestra di fronte". Noioso e faticoso, della serie “non tutte le ciambelle riescono col buco”, conferma che si può essere grandi registi, ma realizzare un film di successo, in cui oltre al regista e al soggetto ci sono gli attori, la fotografia, i costumi, le scenografie, la colonna sonora, è altro dallo scrivere un libro.
Nel
caso invece de “L’uomo in rivolta”
di Albert Camus, per il momento messo da parte, mi sono fermata
all’introduzione, rimandando a tempi migliori la lettura.
Mi è
piaciuto molto rileggere qualche libro che fa parte del mio repertorio di
letture giovanili: oltre al Pinocchio
di Collodi in edizione integrale,
sono stata contenta di rileggere “Il
sentiero dei nidi di ragno” di Calvino,
“L’Agnese va a morire” di Renata Viganò, “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, “Una storia
semplice” di Sciascia.
Qualche
parola in più la vorrei adesso spendere per qualcuna delle 17.188 pagine lette
quest’anno:
“Guanti bianchi” di Edgarda Ferri: è la cronaca romanzata dei tre giorni che seguirono
l’attentato di Sarajevo in cui il 28 giungo 1914 persero la vita l’erede al
trono dell’impero asburgico Francesco Ferdinando e la sua sposa morganatica
Sophie Chotek. Ne ho parlato già qui
ma mi fa piacere ritornare a segnalare questo libro, per la storia che racconta
(l’organizzazione delle esequie, il viaggio che le salme di Francesco
Ferdinando e Sophie fecero dalla Serbia all’Austria, passando da Trieste,
allora asburgica) e per come Edgarda Ferri la racconta. Per mesi l’immagine
della bara di Sophie, così come la Ferri descrive la scena -anche se le
immagini d’epoca sembrerebbero dire altro-, poggiata a terra e lontana da
quella del marito che invece era innalzata su un sontuoso catafalco, mi ha
fatto pensare a come la ragion di Stato sia stata più forte dell’amore.
“Atti osceni in luogo
privato” di Marco Missiroli, quasi un evento
letterario che però all’inizio non mi ha sollecitato grandi entusiasmi, per il
tono un po’ saccente nella continua esibizione di titoli che fanno parte della
biblioteca personale del protagonista: un romanzo di formazione sull’educazione
sentimental-sessuale (soprattutto sessuale) e libresca del dapprima giovanissimo
Libero Marsell, poi giovane, poi giovane adulto, che racconta la sua vita tra
l’Italia e la Francia, in una famiglia smembrata ma sempre presente. A un certo
punto però ha iniziato a prendermi e alla fine le stelline assegnate su
Goodreads sono state ben 5. La copertina, davvero brutta, non rende onore al
romanzo: anche l’occhio vuole la sua parte e il sedere che dovevano fotografare
probabilmente potevano sceglierlo meglio, a meno che non si sia voluto proprio
così, bello piatto.
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“
“L’altra” di Elvira Serra: se, come recita il famoso e oltre misura citato
incipit di "Anna Karenina", tutte le famiglie felici si assomigliano
tra loro e le infelici lo sono a loro modo, anche le relazioni extraconiugali
presentano delle caratteristiche universali, dei denominatori comuni, delle
coincidenze non determinate dal caso.Ne parla in maniera lucida, spietatamente
reale -e spesso in tono ironico-, Elvira Serra, che ha deciso di affidare a
"L'altra" la sua storia. Che poi è la storia di tante 'Altre', delle
quali non si tiene mai conto, quando si fanno considerazioni generali su
adulterio, relazioni clandestine e dintorni.
Deprimente, anche se illuminante (e con lieto fine, inaspettato e immagino eccezione alla regola). Merita una lettura.
Deprimente, anche se illuminante (e con lieto fine, inaspettato e immagino eccezione alla regola). Merita una lettura.
“L’uomo dei cerchi azzurri” di Fred Vargas: ho scoperto Vargas. E soprattutto ho scoperto il
commissario Adamsberg, l'ennesimo poliziotto affascinante nel suo essere
scontroso, pensieroso e pensatore senza metodo ma dalle intuizioni fulminee,
trasandato (fintamente, studiatamente), non bello e bellissimo al tempo stesso.
Diventerà la mia prossima mania, anzi lo è già.
Questo è il primo romanzo della serie che Fred Vargas, archeologa e medievista francese, ha dedicato ai casi del commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Sono undici romanzi, pubblicati in Italia da Einaudi (forse non tutti, credo che ne manchi uno, pubblicato in Francia con il titolo "Salut et libertè").
Diventerà la mia prossima mania, anzi lo è già.
Questo è il primo romanzo della serie che Fred Vargas, archeologa e medievista francese, ha dedicato ai casi del commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Sono undici romanzi, pubblicati in Italia da Einaudi (forse non tutti, credo che ne manchi uno, pubblicato in Francia con il titolo "Salut et libertè").
"Mnemotecniche e
rebus"
di Umberto Eco: un
excursus storico sulle tecniche più industriose adottate fin da tempi più
remoti, per arrivare al rimedio personale del semiologo, filosofo e scrittore
Eco, per uscire da qualche situazione di imbarazzo nelle occasioni in cui deve
tenere discorsi in inglese e ha bisogno di un aiutino...
Gustosissimi i rebus presentati.
Lettura amena e istruttiva.
Gustosissimi i rebus presentati.
Lettura amena e istruttiva.
Chiudo
questo post con i doverosi ringraziamenti:
- a
Maria Di Biase e a tutto il gruppo di lettura Scrachtmade, vero e proprio
supporto per le letture più ambiziose che potevo fare,
- a
Erika Pucci e Alessandro Pigoni con i quali ho promosso i progetti di lettura
di "Sillabari" di Goffredo Parise e "Biglietti agli amici" di Pier
Vittorio Tondelli su Twitter, sotto l’egida di TwLetteratura,
- alla
stessa TwLetteratura (e i suoi quattro moschettieri, Edoardo Montenegro con il
quale mi sono continuamente confrontata, Paolo Costa, Pierluigi Vaccaneo e Iuri
Moscardi) che mi ha supportato facendo proprio il percorso di #NidiDiRagno,
durante il quale con le scuole abbiamo letto e riscritto il primo romanzo di
Italo Calvino,
- al
salotto letterario che frequento mensilmente: a turno si propone un libro per
la lettura successiva e nell’occasione si ospita a casa propria tutto il gruppo
(una quindicina di persone): la serata si conclude con una cena a tema,
ispirata dal libro letto,
- ai
molti amici lettori che mi hanno dato buone dritte.
Il
2016 si aprirà con #LeggoNobel, il progetto di lettura dedicato agli scrittori
che hanno vinto il Nobel per la Letteratura, ideato con Valentina Accardi del
blog "La Biblioteca di Babele": si
comincia l’11 gennaio con “Il libro
della giungla” di Rudyard Kipling.
Seguiteci,
ve ne faremo leggere di belli!
Allora direi che, a parte qualche piccolo incidente di percorso, è stata una buona annata. Molti di quelli che hai citato ce li ho in lista, devo ancora leggerli. Altri, invece, li leggeremo insieme.
RispondiEliminaBuon 2016 e buone letture, Elena!
Buone letture a te!
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