Per amore solo per amore
Autore: Festa Campanile
Pasquale
Dati: 1983, 208 p., brossura;
eBook con DRM 0,26 MB (Bompiani 2013)
Editore: Bompiani (collana I
grandi tascabili)
Giuseppe si chinò su di lei e disse:
“Come sei bella, mia amata, mia colomba
“Come sei bella, mia amata, mia colomba
che ti nascondi in un anfratto della roccia…”
Pasquale Festa Campanile è stato un regista e sceneggiatore
molto prolifico, che nonostante la morte sopraggiunta in età ancora attiva
(muore a Roma nel 1986 a neanche sessanta anni) ha lasciato molti titoli,
soprattutto di commedie all’italiana. Meno produttiva sul piano numerico la sua
attività di romanziere, che include solo otto romanzi, molti dei quali divenuti
a loro volta film di buon successo.
Photo HelenTambo on Instagram |
Premiato con il Campiello nel 1984, “Per amore solo per
amore” è una delle storie più belle scritte, a mio parere, da Festa Campanile:
è la storia di un giovane falegname, Giuseppe di Galilea, molto buono, bello e
desiderato tanto da provocare la gelosia dei due fratelli Manasse e Zebulon e
costringere il loro padre Giacobbe a dargli il suo e farlo partire per la sua
strada, in modo da crearsi una vita lontano da Betlemme. A raccontare la storia
di Giuseppe è Socrates, l’uomo che diventerà il suo servo, garzone di bottega,
aiutante e consigliere, un amico fedele che accompagnerà il giovane nel corso
della sua intera esistenza e sarà il testimone della sua vita sacrificata a un
amore totale e inspiegabile, quello per Maria.
Prima di incontrare la piccola Maria a Nazareth, dove
Socrates e il suo padrone sono arrivati, non senza aver vissuto qualche
peripezia, e dove hanno deciso di fermarsi e metter su bottega, Giuseppe è
stato un giovane molto ambito che però sapeva il fatto suo, stava attento a non
dare troppa confidenza per evitare di rimanere incastrato da qualche ragazza
che non nascondeva la sua ammirazione per lui e si lasciava sedurre solo dalle
vedove, che non appartenevano a nessuno ed essendo libere gli consentivamo di
non infrangere le leggi di Mosè. Ma a Nazareth il giovane falegname conosce
Maria, che è ancora una bambina, destinata poi a diventare una bellissima
ragazza che lui, che si era sempre dichiarato contrario al matrimonio potendo
godere della disponibilità delle vedove più desiderate, vorrà sposare: questo
cambierà tutta la sua esistenza, perché inspiegabilmente la ragazza, che tanto
lo ama e che lui ricambia con passione, lo costringe ad un matrimonio bianco,
che sarà fonte di sofferenza continua per il giovane uomo che avrebbe potuto
scegliere e avere le donne più appassionate tra le sue braccia. Giuseppe
accetta di sposare Maria, nonostante la ragazza sia visibilmente incinta: ma di
chi, visto che lui non l’aveva mai toccata, rispettoso com’era delle leggi che
lo vietavano? Questa sarà la domanda che tormenterà il falegname per tutta la
vita, che lo costringerà a cercare consolazione nel vino e che sarà motivo di
turbamento, nonostante il suo amore per la giovane moglie non sia scalfito
nemmeno per un momento dal sospetto che lei gli sia stata infedele. Il figlio
che nascerà durante il loro viaggio verso Betlemme, dove lui deve recarsi per
un censimento ordinato dal re Erode e dove lei ostinatamente vorrà seguirlo
nonostante la gravidanza avanzata, sarà un ragazzino come tanti, monello e un
po’ impertinente (o almeno così appare al padre –ché tale Giuseppe si sente per
lui, nonostante Gesù non gli sia figlio carnale-), che sviluppa un rapporto
speciale con la madre, tanto da suscitare qualche gelosia in Giuseppe, che
spesso si sente escluso dalla complicità che lega madre e figlio.
Lontano da qualsiasi concessione al mistero cristiano della
concezione di Gesù, senza accordare il suo racconto al mito, Festa Campanile
narra la storia di un uomo qualunque, cui tocca vivere una vicenda dai risvolti
inaspettati: Giuseppe pensava ad una vita tranquilla, accanto alla donna che ha
scelto e di cui è innamorato, nella sua bottega di falegname apprezzato per
perizia e creatività e invece gli tocca in sorte una moglie che gli negherà il
talamo nuziale, dopo essere stata forse vittima di una violenza sessuale il cui
frutto è un ragazzino che gli darà non poche preoccupazioni. Una vita quasi
banale se non fosse per il grande sacrificio che Giuseppe sceglie di compiere,
solo per amore: tenersi una moglie che avrebbe potuto ripudiare, per rifarsi
una vita ‘normale’. L’eccezionalità della storia che lo scrittore racconta è
tutta qui, nella straordinaria personalità di Giuseppe, l’uomo qualunque al quale
la storia cristiana ufficiale, quella narrata dai Vangeli, darà uno spazio
molto marginale.
La scrittura di Festa Campanile, piana e gradevole, regala
momenti di grande commozione che si alternano a pagine divertenti che strappano
il sorriso. Particolarmente divertenti sono le pagine dedicate al “giro del
cane”, l’usanza che i giovani e le giovani a Nazareth usavano di girare in
circolo e in senso contrario (i maschi per un verso, le ragazze in senso
inverso) per potersi vedere in faccia e in qualche modo conoscersi, così come toccanti
sono i brani in cui Giuseppe e Maria si dichiarano reciprocamente l’amore,
richiamando le parole del Cantico Dei Cantici, uno dei testi biblici più
evocativi e insoliti, scritto in forma dialogica e attribuito al re Salomone.
Ho riletto questo romanzo, che avevo letto alla sua prima apparizione, conservandone un ricordo piacevole: lo ritrovo oltre trent’anni dopo, in occasione di un salotto letterario (e sono grata a chi lo ha proposto, altrimenti non credo che mi sarebbe capitato di rileggerlo), con la stessa freschezza che mi aveva già colpito. Purtroppo oggi è fuori catalogo; nonostante il sito di Bompiani indichi ancora gli store online dove acquistarlo, il libro risulta non disponibile. Nel 2013 lo stesso editore realizza la versione in e-book, che al momento è l’unica reperibile.
Ho riletto questo romanzo, che avevo letto alla sua prima apparizione, conservandone un ricordo piacevole: lo ritrovo oltre trent’anni dopo, in occasione di un salotto letterario (e sono grata a chi lo ha proposto, altrimenti non credo che mi sarebbe capitato di rileggerlo), con la stessa freschezza che mi aveva già colpito. Purtroppo oggi è fuori catalogo; nonostante il sito di Bompiani indichi ancora gli store online dove acquistarlo, il libro risulta non disponibile. Nel 2013 lo stesso editore realizza la versione in e-book, che al momento è l’unica reperibile.
“Per amore solo per amore”, dieci anni dopo la sua
pubblicazione, diventa un film, con la regia di Giovanni Veronesi, interpretato
da un credibile Diego Abatantuono nella parte di Giuseppe e da una giovanissima
Penelope Cruz nella parte di Maria di Nazareth.
Cercatelo, anche in edizione digitale o nei canali dei libri
usati: è una lettura coinvolgente, che scorre veloce e lascia un’intensa emozione
e una profonda compassione verso il protagonista.
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