Era di maggio
Autore: Manzini Antonio
Dati: 2015, 381 p., brossura
Editore: Sellerio (collana La
memoria)
«Sono rughe quelle che vedo lì intorno?»
«No. Sono pieghe. Le rughe non hanno fatto in tempo»
Rocco Schiavone è tornato prima di quanto si potesse
sperare. In questo stesso anno Antonio Manzini ci regala un’altra indagine del
vicequestore più scontroso d’Italia, viziando così i lettori che si sono
affezionati a Schiavone e a tutti i personaggi che lo circondano (i soliti
agenti Deruta, D’Intino e Italo Ferron, l’ispettrice Caterina Rispoli e l’anatomopatologo Fumagalli, il giudice
Baldi e il questore Costa).
Photo HelenTambo on Instagram |
Questa nuova indagine in realtà prende le mosse da quella
precedente ("Non è stagione"),
della quale è naturale prosecuzione, mentre si innesta la nuova inchiesta che
riguarda la morte di Adele, uccisa al posto di Schiavone presso il quale si era
rifugiata dopo alcune incomprensioni con il suo compagno, Seba, amico fraterno
dello stesso Rocco.
Schiavone ha dei nemici, persone che gliel’hanno giurata: sarà suo compito quello di risolvere queste questioni che sforano nel personale, cercando di tenere sotto controllo l’ansia di vendetta di Seba e degli amici che Rocco ha lasciato a Roma.
Schiavone ha dei nemici, persone che gliel’hanno giurata: sarà suo compito quello di risolvere queste questioni che sforano nel personale, cercando di tenere sotto controllo l’ansia di vendetta di Seba e degli amici che Rocco ha lasciato a Roma.
Come sempre la narrazione procede fluida, con un perfetto
sistema di incastri degno del miglior poliziesco. I personaggi si evolvono, la
rete personale di Rocco si sviluppa. Centrale nella caratterizzazione del
protagonista è il suo modo di relazionarsi con le donne: prima di tutto Marina,
la moglie morta con la quale Rocco mantiene un rapporto costante, fatto di
immagini evanescenti e dialoghi silenziosi. Ma Marina è stanca, vorrebbe andare
per la sua strada e lasciare che Rocco prenda la sua, ché ormai è tempo. E poi
c’è Anna, con la quale l’uomo non riesce a stabilire una relazione, schiacciato
tra le esigenze pressanti della donna e la sua insofferenza verso qualsiasi
forma di stabilità sentimentale, ché spazio per l’amore nella vita di Rocco non
c’è più (salvo inattesi sviluppi che lascio alla curiosità dei lettori).
Ho letto queste 381 pagine velocemente, la trama coinvolge e
tiene alta la soglia dell’attenzione: l’Autore è sempre più strategicamente
padrone di tempi serrati e azioni decise e puntuali, il tutto reso nel suo
stile asciutto e privo di fronzoli a cui ha abituato i suoi lettori.
Adesso non ci resta che aspettare il ritorno di Rocco Schiavone, confidando nella vena ispiratrice di Antonio Manzini.
Adesso non ci resta che aspettare il ritorno di Rocco Schiavone, confidando nella vena ispiratrice di Antonio Manzini.
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