Scacco alla Torre
Autore: Malvaldi Marco
Dati: 2015, 86 p.,
brossura
Editore: Editori Laterza
(collana Contromano)
Piazza dei Miracoli, per i pisani, è vera solo di notte.
Ci sono libri che compri perché li vuoi leggere, quindi
entri in libreria determinato su ciò che cerchi e con il portafogli semiaperto.
Ci sono poi libri che ti capitano sotto gli occhi mentre stai cercando altro e
finisci col fare acquisti non preventivati, di cui non ti pentirai mai e per i
quali ringrazi il tuo sguardo che è andato a cadere proprio su un certo
scaffale. È quello che mi è successo con questo piccolo volume su Pisa, che
Marco Malvaldi dedica soprattutto a quegli aspetti della sua città che restano
all’ombra della famosa torre pendente (che poi, “ad essere precisi, le torri
che pendono sono tre: e quella famosa, oltretutto, è quella meno inclinata”).
Photo HelenTambo on Instagram |
Dopo una breve premessa in cui l’autore spiega come gli sia
venuta la voglia di raccontare la sua città ‘oltre’ il famoso campanile, questa
guida turistica semiseria, destinata a turisti meno scontati di quelli che
affollano ogni giorno piazza dei Miracoli e che hanno voglia di scoprire altre
bellezze, si dispiega in undici capitoli dove si racconta la città non solo
negli aspetti più prettamente descrittivi, ma anche in quelle toponomastici,
etnografici, gastronomici e culturali.
Due capitoli in particolare, intitolati rispettivamente “La
piazza di giorno” e “Finalmente soli” raccontano piazza dei Miracoli vista di
giorno e di notte: se nel primo caso abbiamo una descrizione delle bellezze
architettoniche sia del Duomo che del Battistero, in “Finalmente soli” la
piazza, che di giorno ‘lavora’ assecondando turisti e commercianti di souvenir
di dubbio gusto, la notte “apre volentieri il suo salotto come amica e non come
impiegata” e lo fa per i pisani e per i rari turisti che hanno capito che per
apprezzarla bisogna vederla col buio.
Un capitolo importante è dedicato all’Università, che fa
parte integrante della città anche perché le sedi delle varie Facoltà si
trovano nel centro storico e molte sono ospitate da austeri, importanti palazzi:
anche le due istituzioni universitarie storiche, la Scuola Normale Superiore e
la Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna, trovano spazio in questa
guida di Pisa, sia per la tradizione illustre che le accompagna, sia per i
luoghi dove hanno sede. Associati agli studenti ci sono gli itinerari
gastronomici e quindi ad esempio il percorso principale che, parallelo all’Arno,
arriva al mercato permanente della frutta e della verdura di piazza delle
Vettovaglie: durante questo tragitto è possibile trovare tavernette, ristoranti,
caffetterie, stuzzicherie e vinerie sorte in modo quasi incontrollato; la
stessa cosa si può dire del percorso alterativo che, cruciforme, unisce l’asse
Borgo-Logge di Banchi al Lungarno. Ma “di ciccia”, cioè di mangiare, si parla
anche in un capitolo non a caso intitolato “Metter su peso, perdere peso”:
Malvaldi ci porta nel quartiere di San Martino, dove si trovano alcuni dei
locali più caratteristici per gustare il bordatino (minestra di fagioli, cavolo
nero e farina di mais) e la zuppa di cavolo nero (che io -forse impropriamente-
chiamo ‘zuppa di pane’ ma credo sia la stessa cosa, pane, cavolo nero, fagioli
e verdure varie). Mi aspettavo almeno una menzione della cecina dello storico
Montino (anche questo ritrovo per gli studenti), ma sono rimasta a bocca
asciutta, come si suol dire.
Importante è l’omaggio che Malvaldi fa alle personalità che
si sono distinte in ambito scientifico, a partire da Galileo Galilei, che “ha
usato più o meno ogni monumento di piazza dei Miracoli come laboratorio o fonte
di ispirazione per lo sviluppo della fisica quale oggi la conosciamo”, fino a Leonardo
di Pisa, meglio conosciuto come Leonardo Fibonacci, famoso matematico vissuto
tra il 1100 e il 1200 a cui dobbiamo l’introduzione dei numeri arabi; alla “serie
di Fibonacci” Malvaldi associa l’idea del bellezza: il numero di petali di
qualsiasi fiore è un numero di Bonacci e se un fiore ha un numero di petali
diverso da un numero di Fibonacci, o ha un numero di petali che è doppio di un
numero di Fibonacci, o ne ha perso qualcuno. Ma non basta: ogni numero della
serie, diviso per quello che lo precede, dà un valore approssimabile a 1,61803,
noto in architettura e nelle arti figurative come ‘sezione aurea’, cioè un
rapporto estetico tra grandezze.
Potrei ancora dilungarmi sulla parte che l’Autore dedica a
Romeo Anconetani, mitico Presidente del Pisa Sporting Club; il capitolo in cui
si parla delle imprese epiche che la squadra di Anconetani ha vissuto sul campo
dell’Arena Garibaldi, verrebbe sminuito da qualsiasi mio tentativo di
sintetizzarlo: va letto.
E in realtà questo librettino va letto tutto, qualsiasi tentativo di raccontarlo lo priva del pregio principale: lo stile di Marco Malvaldi, che alterna informazioni preziose a intermezzi umoristici, in una scrittura che fluisce sorridente fino all’ultima parola.
E in realtà questo librettino va letto tutto, qualsiasi tentativo di raccontarlo lo priva del pregio principale: lo stile di Marco Malvaldi, che alterna informazioni preziose a intermezzi umoristici, in una scrittura che fluisce sorridente fino all’ultima parola.
A me Malvaldi diverte, leggendo questo “Scacco alla Torre” ho
rivissuto le sensazioni provate con "La famiglia Tortilla", guida gastronomica
di Barcellona per coppie con bimbi piccoli al seguito. E ho sorriso molto e
spesso anche riso, da sola, in un solitario pomeriggio domenicale. E grazie
ancora a quel mio sguardo che si è posato casualmente su questo titolo, in un
angolo della libreria IBS di Firenze dedicato alle guide sulla Toscana.
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