Biglietti agli amici
Autore: Tondelli Pier
Vittorio
Dati: 1997, 144 p., brossura
Editore: Bompiani (collana NuovoPortico)
Io volevo tutto
e mi sono sempre dovuto accontentare di qualcosa.
Sfoglio per l’ennesima volta le pagine
di “Biglietti agli amici” di Pier Vittorio Tondelli, uno dei talenti più
innovativi degli anni Ottanta della nostra letteratura del Novecento, che
troppo presto è scomparso lasciando una grande eredità agli scrittori che si
sono in qualche modo inseriti nel solco da lui tracciato.
L’ultima volta, prima di oggi, in cui
ho ripreso in mano questo libro è stata la scorsa estate, dal 19 luglio all’11
agosto, grazie ad un progetto di lettura/riscrittura su Twitter secondo il
metodo di TwLetteratura (hashtag #BigliettiAmici), che Erika Pucci, Alessandro
Pigoni ed io abbiamo ideato, senza dimenticare l’aiuto prezioso degli amici di
TwLetteratura –Edoardo Montenegro, Paolo Costa e Pierluigi Vaccaneo- che ci
hanno sostenuto e la collaborazione fattiva, dietro le quinte, di Juri Versari.
Locandina del progetto #BigliettiAmici (by Erika Pucci) |
Perché Tondelli e perché proprio questo
libro? “Biglietti agli amici” non è certo l’opera più rappresentativa di
Tondelli, che nasce scrittore con “Altri libertini”, opera d’esordio che lo
porterà immediatamente sotto la luce dei riflettori da una parte per l’accusa
di immoralità (con conseguente sequestro da parte della Procura della
Repubblica de L’Aquila nel 1980), ma soprattutto per le grandi novità sul piano
della tecnica narrativa, che da quel momento in avanti ne faranno un
anticipatore di gusti, temi, moduli stilistici. Saranno poi altri titoli che
confermeranno le doti narrative di Tondelli, che culmineranno in “Un weekend
postmoderno”, una specie di zibaldone che raccoglie gli scritti giornalistici,
i reportages, i saggi, le narrazioni brevi dello scrittore emiliano: una summa
degli anni Ottanta, dell’edonismo reaganiano, di rock e acid music, dei romanzi
di David Leavitt, passando da “Pao Pao”, “Camere separate” e “Rimini”.
In mezzo c’è comunque questo volumetto, costituito da ventiquattro biglietti, uno per ogni ora della notte e del giorno, raccolti e pubblicati da Baskerville in un primo momento in 531 copie autografate, destinate agli amici più intimi dell’Autore come regalo per il Natale del 1986: delle due tirature, la prima di 31 copie riportava i nomi dei destinatari di ciascun biglietto per esteso, la seconda di 500 copie venne messa in vendita in esclusiva alla libreria Feltrinelli di Bologna. Questa prima edizione è introvabile e doveva rimanere in una dimensione privata, destinata com’era ad essere regalata a pochi amici intimi. Nel 1997 però, sei anni dopo la morte di Tondelli avvenuta a Correggio nel 1991, l’editore Bompiani ottenne di ripubblicarla e ne affidò la cura editoriale a Fulvio Panzeri. Il pregio di questa edizione, anche se da una parte ‘tradisce’ in qualche modo le intenzioni del suo Autore, che erano appunto quelle di lasciare che i suoi “Biglietti agli amici” restassero solo per i suoi amici, dall’altra ne ricostruisce la genesi, attraverso la riproduzione in immagini dei dattiloscritti, con le correzioni fatte a mano da Tondelli. Non solo, oltre alle diverse redazioni di alcuni biglietti, vi si raccolgono anche appunti e frammenti mai entrati nell’edizione definitiva del volume, così come l'aveva concepita l'Autore. Ancora importante è la Nota al testo di Fulvio Panzeri, che del concepimento e della costruzione di questo libro racconta motivazioni, retroscena e rapporto che Tondelli instaura con il suo stesso testo, sottoposto a ripensamenti e revisioni continue.
“Biglietti agli amici” racconta qualcosa che non troviamo nel resto delle opere di Pier Vittorio Tondelli: svela, nella sua frammentarietà -onirica e contemplativa a tratti-, i pensieri fugaci, l’intimità delle emozioni più nascoste, dei desideri inconfessati, degli affetti più fugaci e di quelli più profondi e cercati. Ci sono le persone, ma soprattutto i viaggi e i luoghi (molto presenti anche in “Un weekend postmoderno” e sono gli stessi, perché sono i luoghi del cuore di Tondelli), sempre in cerca di qualcosa o qualcuno. Per questo abbiamo scelto di proporre questo testo per un’esperienza di social reading, che ha coinvolto molti degli utenti che da tempo si raccolgono intorno alla comunità di Twletteratura. Ognuno di noi ha filtrato il proprio vissuto attraverso i biglietti, quasi fosse tela di lino a trattenere gli scarti e lasciare il pensiero pulito e cristallino, nello spazio breve di un tweet, dove la brevitas è distillato di anime più o meno in subbuglio.
Personalmente sono molto legata a questo libro, dal primo momento che l’ho avuto tra le mani, appena uscito per Bompiani, intuendone la ricchezza che vi avrei trovato. Non so neanche spiegare il motivo di tanto attaccamento, so che è così e mi basta. Ma se provo a pensarci un po’ “più forte”, penso che forse è perché in quelle pagine ormai consumate, ingiallite, sottolineate, che mostrano tutto il tempo che hanno, mi rispecchio. E se guardo ancora più in fondo, oltre alla mia immagine, vedo riflessa quella di Vicky, tanto amato quanto rimpianto.
In mezzo c’è comunque questo volumetto, costituito da ventiquattro biglietti, uno per ogni ora della notte e del giorno, raccolti e pubblicati da Baskerville in un primo momento in 531 copie autografate, destinate agli amici più intimi dell’Autore come regalo per il Natale del 1986: delle due tirature, la prima di 31 copie riportava i nomi dei destinatari di ciascun biglietto per esteso, la seconda di 500 copie venne messa in vendita in esclusiva alla libreria Feltrinelli di Bologna. Questa prima edizione è introvabile e doveva rimanere in una dimensione privata, destinata com’era ad essere regalata a pochi amici intimi. Nel 1997 però, sei anni dopo la morte di Tondelli avvenuta a Correggio nel 1991, l’editore Bompiani ottenne di ripubblicarla e ne affidò la cura editoriale a Fulvio Panzeri. Il pregio di questa edizione, anche se da una parte ‘tradisce’ in qualche modo le intenzioni del suo Autore, che erano appunto quelle di lasciare che i suoi “Biglietti agli amici” restassero solo per i suoi amici, dall’altra ne ricostruisce la genesi, attraverso la riproduzione in immagini dei dattiloscritti, con le correzioni fatte a mano da Tondelli. Non solo, oltre alle diverse redazioni di alcuni biglietti, vi si raccolgono anche appunti e frammenti mai entrati nell’edizione definitiva del volume, così come l'aveva concepita l'Autore. Ancora importante è la Nota al testo di Fulvio Panzeri, che del concepimento e della costruzione di questo libro racconta motivazioni, retroscena e rapporto che Tondelli instaura con il suo stesso testo, sottoposto a ripensamenti e revisioni continue.
Photo HelenTambo on Instagram |
“Biglietti agli amici” racconta qualcosa che non troviamo nel resto delle opere di Pier Vittorio Tondelli: svela, nella sua frammentarietà -onirica e contemplativa a tratti-, i pensieri fugaci, l’intimità delle emozioni più nascoste, dei desideri inconfessati, degli affetti più fugaci e di quelli più profondi e cercati. Ci sono le persone, ma soprattutto i viaggi e i luoghi (molto presenti anche in “Un weekend postmoderno” e sono gli stessi, perché sono i luoghi del cuore di Tondelli), sempre in cerca di qualcosa o qualcuno. Per questo abbiamo scelto di proporre questo testo per un’esperienza di social reading, che ha coinvolto molti degli utenti che da tempo si raccolgono intorno alla comunità di Twletteratura. Ognuno di noi ha filtrato il proprio vissuto attraverso i biglietti, quasi fosse tela di lino a trattenere gli scarti e lasciare il pensiero pulito e cristallino, nello spazio breve di un tweet, dove la brevitas è distillato di anime più o meno in subbuglio.
Personalmente sono molto legata a questo libro, dal primo momento che l’ho avuto tra le mani, appena uscito per Bompiani, intuendone la ricchezza che vi avrei trovato. Non so neanche spiegare il motivo di tanto attaccamento, so che è così e mi basta. Ma se provo a pensarci un po’ “più forte”, penso che forse è perché in quelle pagine ormai consumate, ingiallite, sottolineate, che mostrano tutto il tempo che hanno, mi rispecchio. E se guardo ancora più in fondo, oltre alla mia immagine, vedo riflessa quella di Vicky, tanto amato quanto rimpianto.
Intanto qui trovate il tweetbook dei miei #BigliettiAmici e lì dentro anche il mio Tondelli.
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