Il piantagrane
Autore:
Presta Marco
Dati: 2012, 250 p., brossura
Editore: Einaudi (collana I coralli)
Il piantagrane è Giovanni, un uomo comune che nella vita fa
il vivaista, vive da solo e ha una timidezza e una goffaggine che gli
impediscono di dichiararsi a Nina, un’operatrice ecologica che ogni giorno
passa dal suo vivaio a ritirare gli scarti di potatura e altri rifiuti da
giardino.
Giovanni è uno qualunque, ma ha il potere straordinario di mutare il corso delle cose: in sua presenza tutto si muove in direzione contraria, secondo un orientamento che, contravvenendo alle logiche di interesse, di avidità, di sopruso sociale ed ingiustizie diversamente distribuite, va verso il buon senso e la giustezza. Questo rappresenta un grave pericolo per la società, non più abituata ad una morale sensata: Giovanni deve essere eliminato al più presto e per farlo si mettono in moto addirittura i servizi segreti. In suo aiuto arriverà Granchio, l’omino di filo di ferro dai denti disastrati, che lo proteggerà guidandolo in una fuga senza meta e con la raccomandazione di ‘camminare basso’.
Giovanni è uno qualunque, ma ha il potere straordinario di mutare il corso delle cose: in sua presenza tutto si muove in direzione contraria, secondo un orientamento che, contravvenendo alle logiche di interesse, di avidità, di sopruso sociale ed ingiustizie diversamente distribuite, va verso il buon senso e la giustezza. Questo rappresenta un grave pericolo per la società, non più abituata ad una morale sensata: Giovanni deve essere eliminato al più presto e per farlo si mettono in moto addirittura i servizi segreti. In suo aiuto arriverà Granchio, l’omino di filo di ferro dai denti disastrati, che lo proteggerà guidandolo in una fuga senza meta e con la raccomandazione di ‘camminare basso’.
Si tratta di una fiaba metropolitana, in cui si avvicendano
scene degne del miglior Ammaniti, un po’ splatter, a momenti di vera poesia. I
caratteri dei protagonisti e le loro descrizioni fisiche sono delineati in modo
da farceli vedere, da farci camminare, correre, nasconderci, interrogarci al
loro fianco. Lo stato d’animo oscillante di Giovanni, che alterna momenti di
incredula incomprensione a lampi di indignazione fino a sprazzi di coraggio in
una vicenda surreale che lo investe senza che abbia il tempo e il modo di
rifletterci su, si oppone alla sicurezza di Granchio, che parla una lingua sua,
gergale e criptica, sa muoversi con destrezza, ha occhi e orecchie ovunque, combatte
contro nemici che si insinuano dove nessuno può vederli, tranne lui.
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