domenica 27 dicembre 2015

#PLPL2015 e quello che mi è rimasto


Mi perdoneranno i miei venti lettori fissi per il lungo silenzio, ma dicembre è stato un mese difficile durante il quale, pur continuando a leggere tantissimo, il blog è stato la mia ultima preoccupazione.
A ciò si aggiunga una profonda crisi di identità sul web e molti interrogativi sul mondo dei bookblogger che mi sono posta all’indomani dell’annuale visita alla fiera della piccola e media editoria di Roma, PiùLibriPiùLiberi. Così sono rimasta in silenzio a meditare su come continuare la mia avventura qui, ma soprattutto se e perché farlo: ho deciso di prendermela un po’ calma, di non entrare nel delirio dell’esserci a tutti i costi e soprattutto di non definirmi una bookblogger, anche se parlo di libri.
Diciamo subito che, rispetto all’entusiasmo che mi accompagnava lo scorso anno, stavolta ho partecipato da acquirente e spettatrice di Più Libri Più Liberi con uno spirito molto diverso, dovuto probabilmente ad uno stato d’animo non sereno: non nascondo che alla vigilia della partenza ero molto indecisa se affrontare il viaggio e il tour de force che mi aspettava, a convincermi è stato il pensiero di di poter trovare libri che sono spesso dimenticati dalla grande diffusione, di poter incontrare gli amici del gruppo di lettura Scratchmade con cui ho condiviso la lettura de "I fratelli Karamazov" e grazie al quale i russi non mi spaventano più, di poter scegliere presentazioni di libri e situazioni altrimenti irraggiungibili per me che vivo un po’ fuori mano dalle direttrici dei grandi eventi culturali (e non venitemi a raccontarmi la favola del villaggio globale e dei confini che non esistono più: la periferia italiana resta periferia, sotto molti punti di vista e devo ancora capire come funzionano i circuiti organizzativi degli editori quando devono promuovere un libro e il suo autore).
Photo Elena Tamborrino
Ma vengo al sodo e come lo scorso anno presento la mia rassegna degli acquisti, per casa editrice, in rigoroso ordine alfabetico. Quest’anno ho comprato molti più libri dello scorso anno e in maniera più mirata, senza condizionamenti, ma -nella maggior parte dei casi- sapendo già cosa volevo portarmi a casa. E quindi…
Ricordavo che Avagliano Editore promuove la campagna per salvare i libri dal macero, mettendo in vendita a prezzi più che stracciati libri fuori catalogo che altrimenti sarebbero destinati alla distruzione. Era impossibile lasciarsi sfuggire l’occasione di trovare titoli inconsueti e infatti ho avuto ragione: con me ho portato via “Sulle lagune” di Giovanni Verga, terzo romanzo della produzione giovanile dello scrittore siciliano, prima della svolta verista e di ispirazione patriottico-risorgimentale (lo leggerò mai? Non lo so, ma intanto mi sembrava uno spreco lasciarlo in quello scatolone) e “Italo Calvino newyorkese”, Atti del colloquio internazionale “Future perfect: Italo Calvino and the Reinvention of the Literature” (New York University, Ner York City 12-13 aprile 1999), a cura di Anna Botta e Domenico Scarpa, che per un amante di Calvino come sono io rappresenta un testo davvero prezioso per scoprire gli aspetti più profondi di quel suo certo modo di vivere la letteratura.
Edizioni e/o: allo stand F04 sono arrivata mirata, per acquistare l’ultimo romanzo di Piergiorgio Pulixi, “Per sempre”, ultimo atto delle storie di Biagio Mazzeo, capo di una banda di poliziotti corrotti. Oltre all’acquisto, è stato importante assistere all’incontro in sala Diamante il 5 dicembre con gli autori del collettivo Sabot/age, Luigi Romolo Carrino e Piergiorgio Pulixi, con Paolo Foschi e Massimo Carlotto: una bella occasione per sentir parlare di una letteratura poliziesca inconsueta nei temi e nei modi. Avrò modo di parlare di Biagio Mazzeo e della sua ultima avventura più in là.
Mattioli 1885: la vision e la mission del gruppo Mattioli 1885, erano votate, all’inizio dell’avventura dell’azienda, alla comunicazione e alla formazione in ambito scientifico, correlate alla creazione di eventi; dal 2004 Mattioli 1885 ha allargato i suoi orizzonti al campo editoriale, che spazia dalla narrativa alla saggistica. Books è la divisione che si occupa di editoria per il grande pubblico, con una particolare predilezione per testi classici un po’ di nicchia e per le opere meno conosciute di autori della tradizione come Twain, Stevenson o Dickens. La veste grafica della collana Experience Light di Mattioli 1885 è molto accattivante: piccole dimensioni, linea essenziale, colori pastello. Da loro, dopo aver apprezzato qualche tempo fa “Non è che non mi piacciano gli uomini” della suffragetta Rebecca West (letto prima di aprire questo blog, ecco perché non ne ho parlato qui), ho comprato “Prima di sposarti ero molto più in forma” di Ring Lardner: ve ne parlerò presto, conto di leggerlo a breve.
minimum fax: Nicola Lagioia, ultimo vincitore del Premio Strega con “La ferocia” (che non ho ancora letto) sembra essere un autore molto controverso e discusso. Questo è l’unico motivo per cui, confesso, ho comprato il suo “Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi)”: anzi diciamo che l’ho comprato per lui, per conoscerne la scrittura, e per Tolstoj, del quale devo capire perché bisognerebbe sbarazzarsi (e con la certezza che il titolo sia provocatorio). Vi saprò dire.
Da NNEditore sono andata per comprare “Panorama” di Tommaso Pincio, vincitore del Premio Sinbad 2015, sezione opere italiane. Poi, siccome sono gentili e siccome c’era il kit del lettore se si acquistavano due libri (cose da fiera, che fanno vendere, oltre allo sconto) ho preso “Bella era bella, morta era morta” di Rosa Mogliasso e, anche se il terzo libro non ero obbligata a prenderlo per avere il famoso kit (borsetta in tela, matita personalizzata, block notes), ho comprato “La resistenza del maschio” di Elisabetta Bucciarelli. Il tutto nella collana “ViceVersa”, libri che “sono tessere che formano un disegno da usare a piacere: come uno specchio, una traccia, un catalogo di storie che partono da un vizio o una virtù e arrivano dove il racconto li conduce.”: anche di questi, abbiate fede, scriverò.
nottetempo: una casa editrice di cui posseggo diversi libri. Questo “Ovunque, progettici” di Elisa Ruotolo lo inseguivo da un po’, dopo averne letto su libri.tempoxme.it, ma poi succede che ci si distragga da ciò che si desidera leggere, si viene presi da altro e non si pensa più a quel titolo tanto cercato finché quasi per caso non ci ricapita sotto gli occhi: è quello che mi è successo a Roma, dove tra l’altro mi hanno applicato uno sconto davvero interessante.
Chi invece sconti in fiera non ne fa è SUR, di cui ho comprato a prezzo pieno “Purgatorio” di Tomás Eloy Martínez, che già conoscevo per aver letto molti anni fa “Santa Evita”, vita morte e miracoli di Eva Duarte Peron, e l’ultra pubblicizzato “Carne viva” di Merrit Tierce, di cui ho assistito alla presentazione condotta dalla sua traduttrice, nonché editrice, Martina Testa. SUR vende, perché ha belle collane e buoni titoli, evidentemente non ha preoccupazioni di mercato: ma in una fiera fa bene anche conquistare il lettore che arriva a Roma con il suo gruzzoletto da spendere ed è contento se porta via tanti libri, pensando di aver fatto degli affari. Spero che cambino politica di vendita, altrimenti la prossima volta prenderò nota e comprerò i loro libri su qualche store online come IBS o Amazon, che almeno garantiscono lo sconto del 15%.

Come sempre PiùLibriPiùLiberi è stato sfiancante e totalizzante: tanti libri, molta gente, confusione, file per assistere alle presentazioni (almeno alcune), caldo asfissiante (occorre vestirsi adeguatamente, tenendo conto che poi dal Palazzo dei Congressi si deve uscire e fuori non c’è la stessa temperatura equatoriale di dentro). Però è bello vedere tanti espositori che hanno il coraggio, sia pure piccoli e poco spinti da quella pubblicità che muove le vendite in modo significativo, di andare avanti con entusiasmo, serietà e cura per il prodotto finale.
Roma, forse ci vedremo anche il prossimo anno, anche perché stavolta oltre ad andare a PiùLibriPiùLiberi ho potuto vedere la mostra di Henry Moore al Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano e mi sono fatta un giro alle baracchine dei libri di Piazza della Repubblica, dove ho fatto altri buoni affari.

8 commenti:

  1. Bella era bella, morta era morta interessava anche me. Poi invece mi sono lasciata tentare dalla pesca a 10 euro e ho vinto Una spiaggia troppo bianca di Stefania Divertito che, ammetto, mi era anche sfuggito dal catalogo NN :P Quando lo leggi, Bella era bella, morta era morta intendo, scrivi che ne pensi perché sono davvero curiosa! :) Per il resto, anche io ho Santa Evita in casa – preso lo scorso anno – ma a differenza tua non l'ho letto. Mi domando quando lo farò, sic.

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    1. Di "Bella era bella, morta era morta" parlerò sicuramente: è uno di quei libri che attraggono già dal titolo. "Santa Evita" invece l'ho letto quando uscì, molti anni fa, quella attuale di SUR è una nuova edizione. Affascinata dalla figura di Eva Peron, all'epoca (parliamo di vent'anni fa) leggevo qualunque sua biografia. Questa di Martínez mi piacque amolto.

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    2. Be', meno male allora che ti è piaciuta, sicuro è scritta bene e non sono incappata in una sòla :D

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  2. Dire che NN, se non ci ha conquistati tutti, di sicuro ci ha molto incuriositi.
    Purgatorio vorrei leggerlo anch'io, ma magari me lo faccio prestare da un'amica. Ho troppi libri, tra acquisti e scambi, in attesa di trovare altro spazio vorrei evitare di ammucchiarne ancora. Quindi se posso farmeli prestare, ben venga.

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    1. Il problema dei libri ammucchiati è comune: io ho ancora tanti libri comprati lo scorso anno a PiùLibriPiùLiberi da leggere!

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    2. Beh, se non senti che è il momento di un libro, non riesci proprio a prenderlo fino a quando qualcosa non cambia. E restano tutti lì messi da parte.

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  3. Presente. Oltre ad aver partecipato ai tuoi stessi incontri (senza esserci incontrate, sigh!), ho acquistato anch'io Santa Evita che conto di leggere a breve. Le crisi d'identità vengono ma che non ti passasse in mente di chiudere questo blog! Basta disintossicarsi di tanto in tanto...

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