giovedì 29 dicembre 2016

2016: le letture di ExLibris

[…] Tuttavia, tuttavia, non riesco a togliermi dalla testa l’idea 
che la compagnia dei nostri autori preferiti ci renda più frequentabili a noi stessi, 
 più capaci di salvaguardare la nostra libertà di essere, 
di tenere a bada il nostro desiderio di avere 
e di consolarci della nostra solitudine 
(Daniel Pennac, “Una lezione d’ignoranza”, astoria/assaggi) 

Scorro come ogni fine d’anno l’elenco dei libri letti e cerco di fare un bilancio dei grandi entusiasmi e di qualche delusione di cui ho preferito non parlare qui per una precisa scelta, determinata dalla constatazione che esistono scrittori molto suscettibili che non sempre accettano di buon grado la critica negativa, certamente argomentata e circostanziata, ma pur sempre garbatamente negativa, per cui lascio volentieri il compito della stroncatura inappellabile ad altri che hanno più pelo sullo stomaco di me (e ce ne sono): il mio non è un blog buonista, è un blog dove ho deciso da un po’ di tempo di scrivere solo di quello che mi è piaciuto e al massimo fare brevissimi accenni a qualcosa non all’altezza delle mie aspettative. 
D’altra parte molti sono i libri letti di cui non ho avuto modo di scrivere, un po’ per mancanza di tempo e anche di voglia; Io e Pepe (e libri e altro) ha conosciuto un’estate svogliata, in cui ho meditato seriamente di chiudere baracca e burattini, per poi riprendere con rinvigorito entusiasmo in autunno, quando si avvicinava il quarto compleanno del blog. 
Così la rassegna è presto fatta: 
• il 2016 è stato l’anno di Piergiorgio Pulixi, Kent Haruf, ai quali ho dedicato specifici post, e Marcel Proust, del quale ho letto i primi tre monumentali volumi della Recherche, grazie ad un gruppo di lettura organizzato da Klára Slivovice, costola di quello degli Scratchreaders; 
• è stato l’anno di #LeggoNobel, progetto ideato e portato avanti con Valentina Accardi di “La biblioteca di Babele”, grazie al quale abbiamo già letto otto Nobel (Rudyard Kipling, Alice Munro, Elias Canetti, Albert Camus, Yasunari Kawabata, William Faulkner, Imre Kertész, Selma Lagerlöf), registrando un buon seguito nel gruppo di lettura su Facebook; 
• è stato ancora l’anno di libri letti con TwLetteratura, in particolare “Maus” di Art Spiegelman, “Caro Michele” di Natalia Ginzburg, “Storie di cronopios e di famas” di Julio Cortázar, “Il cammino della Comunità” di Adriano Olivetti, “La tregua” di Primo Levi, mentre è ancora in corso la lettura di “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello
• è stato l’anno in cui ho scoperto casualmente Eleonora Albanese e il suo “Per te. Con tutto l’amore che non mi hai detto”, un delizioso libro autopubblicato con ilmiolibro, che meriterebbe attenzione da parte di qualche editore che abbia buon fiuto per i talenti veri. Si tratta della storia di Carina e del suo cuore diviso tra Compagno, suo amore tranquillo e irrinunciabile, e l'amico di sempre, Rospo, che dopo un bacio diventa Principe. Una storia d'amore comune e atipica allo stesso tempo, raccontata con garbo e delicatezza, tra sorrisi e riflessioni, come ho avuto modo di scrivere nella mia breve recensione su Goodreads; 
• è stato l’anno dei libri ripresi (“Che tu sia per me il coltello” di David Grossman), ritrovati (“Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati), riletti (i già citati Ginzburg, Levi e Pirandello), abbandonati (“Autodafé” di Canetti e “Rayuela” di Julio Cortazár, quest’ultimo solo perché lo stesso autore dice che arrivati al cap. 56, non è necessario leggere il resto del libro); 
• è stato l’anno delle grandi case editrici e di piccole realtà molto stimolanti come Aliberti compagnia editoriale, Fernandel, Caracò, Astoria, solo per fare qualche nome; 
• il 2016 è stato l'anno in cui io e Pepe siamo andati in trasferta: abbiamo letto "La vita che si ama. Storie di felicità" di Roberto Vecchioni, inaugurando con lostruzzoascuola.it (settore scuola del sito Einaudi) una collaborazione che spero duri a lungo;
• è stato l’anno dei miei ospiti, scrittori di passaggio che mi hanno regalato i loro brevi racconti inediti. Li trovate tutti qui e restate connessi, ché il 31 ne arriva un altro (sorpresa di fine anno!).
Photo Elena Tamborrino
 Il 2016 è stato anche l’anno di uno dei libri a mio parere meno compresi che siano mai stati pubblicati e che però io ho trovato stupefacente. Si tratta di “La femmina nuda” di Elena Stancanelli, edito da La nave di Teseo, bistrattato dalla giuria del Premio Strega, criticato ferocemente dal pubblico, amato tuttavia da qualcuno che è riuscito ad andare oltre l’apparenza di una scrittura scarna, essenziale, disperata ed esplicita. 
Letto in un fiato, mi ha colpito l'analisi introspettiva di un dolore totalizzante, capace di far perdere lucidità e dignità. Scritto bene, scivola veloce. E ho compreso il motivo per cui Francesco Piccolo lo ha candidato allo Strega: un comune senso del narrare la quotidianità più intima, in un momento particolare della vita. Piccolo lo ha fatto ne "La separazione del maschio", la Stancanelli con la storia di Anna e della sua disperazione compulsiva. 
Raramente mi è capitato di leggere pareri così contrastanti su un libro: chi lo condanna e chi lo esalta, non esiste una via di mezzo. A me è piaciuto tanto, altri lo hanno trovato bruttissimo e non so darmene una spiegazione, non posso pensare che sia per le scene di sesso esplicito, perché secondo me erano necessarie e se uno ha un minimo di esperienza di letteratura erotica, capisce perfettamente che questo libro non rientra in quel genere, anzi. Non bastano le descrizioni minuziose di un organo riproduttivo o di atti di autoerotismo per ridurre un libro solo a quello. Qui invece, ciò che è importante è tutto l'intorno a quelle descrizioni: una disperazione così cupa e profonda che si alimenta attraverso i moderni mezzi di comunicazione, fino a diventare quasi patologia. Questo è importante, Anna e i suoi pensieri sono importanti, il suo corpo che si annulla fino a essere inconsistente. 
Capisco che a mia madre, signora di altra generazione, non sia piaciuto, al di là le scene di sesso che da sole erano già sufficienti per farle storcere il naso: lei non può comprendere le nuove dinamiche comunicative, i discorsi di profili virtuali violati, di cellulari compulsivamente spiati (e relativi sistemi per), manie persecutorie immaginate, amori disperanti. Certo le scene di sesso sono forti, non c'è che dire. Ma io sono stata colpita da altro. E altro vorrei che vedessero i lettori di questo libro, la cui immagine di copertina non a caso ho scelto per questo post di bilancio di fine anno. 
Non mi resta che consigliarvi di spulciare il mio elenco di letture per trovare ispirazione, auguravi buone letture e a me un 2017 a tutto blog, che significa soprattutto nuove letture. 
Photo Elena Tamborrino

2 commenti:

  1. Cara Elena, in questi giorni mi sono imbattuta in numerosi elenchi di "fine anno" di libri letti, consigliati e da inserire nel novero degli imperdibili del 2016. Non solo, in un paio casi anche in elenchi universali dei migliori libri di sempre, tra cui incomprensibilmente mancava per esempio Proust che con piacere ho ritrovato qui. A parte questo ho letto il tuo di post con molto interesse e curiosità: andrò prima o poi a leggermi alcuni dei libri che citi e ti ringrazio per le suggestioni, oltre ai suggerimenti, che mi hai dato. Interessante anche il gruppo di lettura a cui hai accennato: ho dato un' occhiata rapida su internet e mi piacerebbe saperne di più. A presto e buone letture! Vale

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    1. Ringrazio te per l'attenzione. Se ti fa piacere, continua a seguire il mio blog (Io e Pepe abbiamo anche una pagina su Facebook!) e spero che tu possa ricevere altri suggerimenti in futuro. Intanto ti auguro un 2017 pieno di libri bellissimi!

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