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venerdì 13 novembre 2015

Ultima lettura: "E poi ci sono quei momenti che (Le Polaroid di un padre quasi perfetto)" di Nicola Feo


E poi ci sono quei momenti che (Le Polaroid di un padre quasi perfetto)

Autore: Feo Nicola
Dati: 2015, ebook, 98 p. su dispositivo Kindle
Editore: Zandegù

Io sono stato seduto su un masso a osservare le anatre,
ma a differenza di Holden Caulfield
non mi sono chiesto dove andassero d’inverno.

C'è un ragazzo padre e ci sono due Cuccioli d'uomo, i suoi figli.
C'è il fatto che per diventare padre (e madre) esiste la Natura che fa un certo corso (quella cosa delle api, dell'impollinazione, eccetera eccetera), per fare il padre (e la madre) invece ci vuole l'esperienza che ti fai sul campo, perché non esistono ricette, nessuno può spiegare come si fa.
E così, specie se resti solo come capita a Nicola, devi farti in due e affrontare giorno per giorno quello che la vita e i tuoi bambini ti presentano.

Questo papà, che forse è ancora un po’ figlio, raccoglie ventidue istantanee di vita, una per ogni occasione gli si presenti per conoscere meglio i suoi figli, per aggiustare il tiro, per prendere bene le misure e cercare di non sbagliare, adattandosi alle circostanze e a prezzo di qualche errore di valutazione. Le chiama Polaroid, come la macchina fotografica dalla quale quasi magicamente uscivano le immagini appena scattate, senza passare dalla camera oscura del fotografo. Sono fotografie che a distanza di tempo oggi possono apparire di uno strano colore giallastro, che le distingue dalle altre, che pure presentano i segni del tempo per un virare del colore, accentuato in una certa tonalità. Ciononostante chi le ha conosciute in qualche modo è rimasto affascinato da questo incantesimo che riusciva a consegnare in tempo reale la traduzione di un momento.
Nicola Feo traduce istanti in immagini fatte di parole e, accompagnandosi a quelle dei libri che ha amato -da Simenon a Philip Roth, da Franzen a Salinger, da Jennifer Egan a Manuel Vázquez Montalbán, da Saunders a Tolstoj, a McCarthy, a Baricco e tanti altri-, racconta i suoi momenti con i suoi bambini, “il Grande moro e il Piccolo biondo, il primo occhi scuri e fisico possente, il secondo occhi celesti e fisico dinoccolato”, che per certi versi somigliano a quei momenti di trascurabile felicità di cui qualche anno fa ci ha parlato Francesco Piccolo, quei momenti destinati ad essere ricordati quando sono passati, quei momenti in cui siamo stati felici senza accorgercene. Più che momenti felici (ma ci sono anche quelli), quelli di Nicola Feo sono momenti in cui il padre che è, che sta diventando strada facendo, raggiunge qualche piccola o grande consapevolezza.
Si tratta di un libro veloce, che si legge piacevolmente, una buona prova di opera prima.
E si sa che se la prima è buona, la responsabilità della seconda è enorme.


domenica 1 febbraio 2015

Ultima lettura: "God save the drag queen" di Sara Perro

God save the drag queen
Dall'officina al palco, un viaggio memorabile tra arte, piume e paillettes

Autore: Perro Sara
Dati: 2015 (in uscita il 9 febbraio), formato Kindle 2664 KB lunghezza stampa 29 pp.
Editore: Zandegù

Non basta fare la drag, bisogna esserlo.

Lo scopo di questa inchiesta è quello della narrazione di un mondo scintillante di lustrini, ma compresso anche nelle contraddizioni con le quali la vita degli uomini incontrati da Sara Perro, giovane giornalista freelance, è costretta a confrontarsi, tra pregiudizi sociali e accettazione familiare, tra segreti e espressioni manifeste.
Nel suo reportage dal mondo delle drag queen italiane, l’Autrice presenta le vite comuni, le aspirazioni, i desideri, le difficoltà di uomini che hanno scelto di essere drag, cioè intrattenimento, simpatia e compagnia. Come bene ci dice, una drag “è un clown moderno: cancella i suoi lineamenti, indossa parrucche colorate, abiti sgargianti, infila scarpe improponibili e fa battute per divertire” e soprattutto è ben lontano dal proporsi come donna, ma semmai come caricatura femminile.
Photo HelenTambo on Instagram

Proprio per capire cosa sia una drag queen è utile quindi sapere cosa non è: non un travestito che sceglie l’abito femminile, quindi la forma, per emulare ciò che vorrebbe essere, non un uomo che esaspera una femminilità artefatta per scopi sessuali, ma una maschera costruita e indossata con somma cura e con scopi artistici.
Barbie Bubu, Kelly Clackson e Maga Mela sono le drag che la Perro ha incontrato per raccontare questo universo sconosciuto ai più, o quanto meno percepito in modo approssimativo e superficiale.
Definire “God save the drag queen” un viaggio memorabile mi sembra un po’ pretenzioso e non perché non sia una buona descrizione di quella che è una parte del panorama italiano del fenomeno drag, ma perché appunto tratta solo qualche aspetto di un argomento che merita senz’altro ulteriori approfondimenti, alla luce delle tante implicazioni che una scelta artistica del genere ha insite.
Una lettura gradevole e veloce, in uscita a giorni per le edizioni Zandegù, che lascia molte domande e spunti di riflessione.