lunedì 18 novembre 2013

"Le città invisibili" diventano e restano #Invisibili


Mi tocca dentro @IoMarcoPolo,
che non parla di Venezia pur parlandone
 e ha paura di perderla parlando di altre città #Invisibili
(dal mio Twitter, 23.10.2013 - @ExLibris2012)
Photo HelenTambo on Instagram

Per parlare di #Invisibili parto dalla sua conclusione e dal bilancio numerico che ne deriva: a partire dal 26 settembre scorso fino a domenica 17 novembre, 55 giorni di rilettura e riscrittura in canonici 140 caratteri su Twitter de “Le città invisibili” di Italo Calvino, oltre 81mila tweet inviati tra post originali e ritweet, oltre 4mila partecipanti. Un fenomeno di Twitteratura cresciuto quasi in modo esponenziale rispetto ai precedenti, che pure hanno riscosso un enorme successo nella comunità virtuale che si raccoglie intorno alla Fondazione Pavese e agli ideatori dei progetti di riscrittura su Twitter, Pierluigi Vaccaneo, Paolo Costa e Hassan Bogdan Pautàs. Basti pensare a #LunaFalò, con i suoi 54 riscrittori, 600 utenti raggiunti, per poco più di 18mila messaggi tra tweet originali e retweet: gli esperimenti, passati da Pavese a Pasolini, a Calvino si incrementano in termini di partecipazione attiva e sembrano registrare un entusiasmo che cresce di pari passo.

Probabilmente stavolta ha giocato un ruolo fondamentale il fascino che da sempre esercita la lettura de “Le città invisibili”, subito trasformate in #Invisibili: ogni giorno la lettura e la riscrittura di una delle città descritte da Marco Polo a Kublai Kan, sono state affidate al coordinamento degli #Architetti divisi per capitoli e regioni, o gruppi di regioni, che hanno animato, guidato e dialogato con tutti i riscrittori. Attraversare #Invisibili e interpretare i luoghi attraverso occhi che di volta in volta si sono posati su colori, volumi e vuoti, voci e sogni, pensieri e azioni, è stato per molti di noi partecipanti quasi un viaggio catartico, accompagnato da una straordinaria capacità di collegare, instaurare somiglianze e parallelismi, oppure contrasti, dissonanze. Ancora di più i personali modi di vivere questo viaggio emergono dai Tweetbook prodotti, grazie alla piattaforma di cui ho già parlato qui.
Photo HelenTambo on Instagram
In tutto ciò, la mia esperienza personale ha conosciuto un momento particolare: complice un viaggio a Venezia proprio nel periodo in cui rileggevo e riscrivevo #Invisibili, ho ancora di più apprezzato l’esperimento globale, tanto da arrivare a pensare, e poi a scrivere, che “in tutte le città #invisibili rilette finora, trovo un po' di #venezia”, come se davvero Italo Calvino avesse potuto attraversare calli e campi, immedesimandosi in quel Marco Polo destinato a descrivere mondi fantastici, riconoscibili in ogni angolo della sua città. Sarà stata una suggestione determinata dall’attimo e dall’atmosfera, ma il mio sentire se possibile si è amplificato. Ancora di più sarà stato per i partecipanti alla lettura pubblica di #Invisibili che si è tenuta a Venezia il 10 novembre scorso, organizzata da Maristella Tagliaferro @MSTagliaferro sotto l’hashtag #Invisibili/VE.
Non è finita qui l’avventura: le città invisibili continuano grazie a @erykaluna e @coseinvisibili, che hanno lanciato #Invisibili/Me, un prolungamento che vede protagonisti gli stessi riscrittori di #Invisibili, i quali potranno raccontarsi, costruendo ciascuno la propria città che rispecchi caratteristiche, sogni e gusti personali. Insomma, la comunità cresce e le iniziative di twitteratura si moltiplicano. Sul trampolino di lancio, anzi già in volo, c’è addirittura Alessandro Manzoni con #TwSposi… buona riscrittura a tutti!


NB. I miei Tweetbook sono consultabili qui e qui.

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