lunedì 11 aprile 2016

Ultima lettura: "Bella era bella, morta era morta" di Rosa Mogliasso


Prudenza, si autoprescrisse.
Meglio non toccare.
Anzi, meglio darsela subito a gambe levate, stabilì.

Sull’argine di un fiume che scorre in città, giace il corpo di una donna, bella ed elegante, inequivocabilmente morta e forse di morte violenta. Se ci si imbatte in un cadavere mentre si porta a spasso il cane, o si va a fare meditazione consapevole in riva al fiume, o ci si muove in quello che è diventato il nostro habitat riparato dai cartoni, o si decide di marinare la scuola e si va con il proprio amore adolescente a rollarsi una canna nel parco, cosa si fa? Si chiama la polizia? E a cosa si potrà andare incontro? Sono le domande che si pongono i protagonisti di questo giallo, che con la donna morta, bella e cadavere, ruotano intorno ad un mistero che non riguarda tanto chi ha ucciso la signora, ma le reazioni e le scelte di chi la trova tra i cespugli, sull’argine del fiume.
Carlotta Bitonti, figlia di macellaio e casalinga, faticosamente assurta agli onori di uno status sociale che la fa vivere vestita solo di seta (fa la commessa da Hermès ed è fidanzata con il rampollo di una famiglia molto in vista); Alfonso Petrucchetti –in arte Karuna-, massaggiatore e pranoterapeuta, fidanzato di Luigi Santacroce – attualmente in carcere- da cui è rimasto folgorato dopo averne soppesato le indubbie doti fisiche (l’incontro casuale è avvenuto con la complicità di un cornetto doppio schizzo, crema e cioccolato, specialità della pasticceria in cui Alfonso lavorava nei fine settimana, servizio notturno, prima di lasciare Roma per seguire Luigi al nord); Valentina e Lorenzo, due fidanzatini che hanno deciso che gli ormoni vanno assecondati e che quella è la mattinata giusta per concedersi l’amore e una canna fumata in santa pace nel loro angolo di parco preferito; il clochard che fa gli origami con le banconote e accetta solo moneta in elemosina: questi sono i personaggi che, come in un minuetto, incrociano il cadavere della donna e di volta in volta decidono di allontanarsene in attesa di decidere cosa fare, per poi ritornare sul luogo del ritrovamento, sempre sfiorandosi e quasi scambiandosi il posto sulla scena del crimine, a turno. E mentre decidono cosa fare, la loro vita scorre e a loro volta si intrecciano con altri personaggi, perfetti e precisi, incastonati in situazioni che non potrebbero essere diverse.
Rosa Mogliasso, con grande ironia, delinea caratteri e ambienti, circostanze e contesti che combinandosi perfettamente, disegnano una storia dal finale sorprendente, del tutto inaspettato.
Credo che uno dei generi letterari più difficili da scrivere sia il romanzo giallo, che deve essere chiaro in tutti i suoi passaggi e plausibile, deve tenere il lettore attento e in tensione e allo stesso tempo deve coinvolgerlo e renderlo spettatore protagonista. Se poi, oltre a uno degli ingredienti tipici del giallo- ad esempio un morto presumibilmente ammazzato-, si aggiunge una generosa dose di umorismo e una scrittura agile e fluida, divertente e trascinante, ci sono ottime possibilità che il romanzo voli. Anche perché, pur concedendo il sorriso e anche qualche risata, Rosa Mogliasso racconta una storia che rispecchia i tempi in cui viviamo, l’epoca in cui, nonostante la velocità con cui ci muoviamo, riusciamo a fermarci per decidere cosa conviene e non cosa è giusto, la società in cui i valori si sovvertono, in nome della difesa di un orticello sempre più angusto sempre più arido.
Due parole sulla collana (bella, bellissima!) ViceVersa le prendo direttamente dal sito di NN Editore e sono firmate da Gian Luca Favetto: “È tempo di scambi, cambi di direzione, andate e ritorni, corsi e ricorsi, inversioni e reciprocità: tempo di ViceVersa. Non più l’epoca per vizi e virtù impigliati in una scultorea definizione una volta per sempre: rigidi esatti rassicuranti.
Nella società contemporanea, dove tutto è più fluido, liquido, mutevole e rapido, anche i vizi e le virtù cambiano di posto, di faccia, di forma e di sostanza. Ma il loro motore rimane la passione. Ed è lì che andiamo a frugare. Da lì partono e ritornano i nostri ViceVersa, con le loro storie che sono specchi in cui osservarsi – riflettersi e riflettere, riconoscersi e sorprendersi.
L’idea è di assumere lo schema antico dei vizi e delle virtù, capitali e cardinali, come una sorta di Tavola di Mendeleev. E poi verificarla attraverso racconti del tempo presente. Ciascun autore scrive a partire da una virtù o un vizio, e nel corso del racconto lo modella, gli dà forma, delinea i sentimenti che lo nutrono. È un modo, anche, per mappare il sentire contemporaneo, e le sue ragioni. Per comporre una geografia dell’anima, a più voci.
Leggete questo libro e meditate, gente, meditate.

Photo HelenTambo on Instagram

Bella era bella, morta era morta
Autore: Rosa Mogliasso
Dati: 2015, 138 p., brossura
Editore: NN Editore (collana ViceVersa)
Prezzo: € 13,00
Giudizio su Goodreads: 5 stelline

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