martedì 14 marzo 2017

Ultime letture con #LeggoNobel

È decisamente un periodo strano questo, denso senz’altro di letture delle quali non ho il tempo di parlare. Lo faccio per i libri letti con #LeggoNobel in un post collettivo, come ho fatto altre volte in cui ho riunito le impressioni tratte da più letture che si sono avvicendate – anche in contemporanea- in un lasso di tempo relativamente breve. 
Mi riservo invece di scrivere prossimamente in maniera più approfondita di due letture in particolare che mi hanno colpito nel profondo, La vegetariana della scrittrice coreana Han Kang (Adelphi, 2016) e La vita sconosciuta di Crocifisso Dentello (La nave di Teseo, 2017), mentre di Sono cose da grandi, lunga lettera che Simona Sparaco scrive al figlio di quattro anni, indagando le ragioni dei propri timori di mamma e delle speranze per il futuro del piccolo Diego (Einaudi, 2017) spero di parlare presto su lostruzzoascuola.it

Con il gruppo #LeggoNobel negli ultimi mesi abbiamo incontrato due autori, molto distanti nel tempo e nello spazio. La lettura che, in social condivisione con gli Scratchreaders su Facebook, ci ha impegnato tra gennaio e febbraio è stata Furore di John Steinbeck. 
La storia della famiglia Joad, costretta a lasciare la propria terra per raggiungere un paradiso più immaginato e sognato che effettivamente incontrato, in California, è la stessa di altri disperati, vittime di quella particolare congiuntura economica e sociale che vide tante famiglie americane precipitare nell’indigenza più nera, negli anni della Grande Depressione. 
Ai capitoli dove i Joad e le loro disavventure sono assoluti protagonisti, si alternano i passi corali, dove il paesaggio diventa personaggio e la varia umanità parla con voce unanime. In modo particolare sono stata colpita dal capitolo 15, dove quasi è possibile visualizzare il tipico locale americano dove ci si ferma per il breakfast: la lunga parentesi all'interno di un locale della Route 66, con Mae, o Minnie, o Susy, che serve caffè e torta alla crema di banane, mi ha conquistato, facendomi tornare in mente la Holt della trilogia della pianura di Kent Haruf. Ma potrei ricordare molti altri passaggi che hanno reso la lettura appassionante. 
I personaggi disegnati da Steinbeck sono potenti, soprattutto Ma' e forse un po' tutte le donne che, anche quando piagnucolanti come sua figlia Roseharn, poi sono capaci di grandi gesti coraggiosi, fino ad arrivare a finali inaspettati che lasciano il lettore spiazzato. 
Anche in questo caso è stato un felice ritrovare lo scrittore già apprezzato da ragazza quando lessi La valle dell’Eden, scovato nella ricca biblioteca di mia zia e letto nei lunghi pomeriggi roventi dell’estate salentina, molti anni fa. 

Il secondo autore letto con gli amici che seguono il gruppo di lettura dedicato ai premi Nobel per la Letteratura è stato Dario Fo, primo tra i Nobel italiani che abbiamo scelto, anche per omaggiarlo a pochi mesi dalla scomparsa. Per scelta di Valentina Accardi e mia, il progetto #LeggoNobel previlegia gli scrittori in prosa, lasciando quindi da parte quelli che si sono distinti per la poesia, il teatro e la saggistica (motivo per il quale sono esclusi, almeno per ora, Giosuè Carducci, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, tra gli italiani); tuttavia Dario Fo, pur essendo conosciuto soprattutto per aver scritto e portato in scena testi teatrali, ha scritto anche romanzi. Tra questi la preferenza è caduta su Razza di zingaro (Chiarelettere, 2016), la storia di Johann Trollmann, pugile sinti nella Germania nazista, campione del mondo dei mediomassimi a cui verrà negato il titolo perché è uno zingaro. Il titolo sarà poi restituito ai suoi familiari sopravvissuti, molti anni dopo la sua morte in un campo di concentramento, ma di questo epilogo non c’è traccia nel romanzo di Fo, come di tanti altri aspetti rigorosamente storici. Viceversa il racconto è molto immaginato nei dialoghi, che occupano sequenze importanti per la maggior parte del testo, molto sceneggiato in uno stile fin troppo semplice. Dario Fo racconta come se stesse sul palco e in questa sua caratteristica mi ha fatto tornare in mente la biografia umana e artistica di Maria Callas, portata in scena con Paola Cortellesi in quello che credo sia stato il suo ultimo spettacolo, Callas scritto con Franca Rame; ma a teatro è un'altra cosa, c’è la presenza scenica, la mimica, la voce in tutte le sue variazioni. Forse il mio giudizio, non particolarmente entusiasta, è influenzato dalla lettura di Alla fine di ogni cosa di Mauro Garofalo, ricostruzione fedele della drammatica storia di Rukeli. Ho apprezzato molto invece le tavole, i dipinti di Fo, e l'edizione Chiarelettere particolarmente pregiata.
Photo HelenTambo on Instagram


Razza di zingaro
Autore: Dario Fo
Dati: 2016, 160 p., brossura 
Editore: Chiarelettere
a c. di Chiara Porro e Jacopo Zerbo
Prezzo: € 16,90 
Giudizio su Goodreads: 3 stelline 

Photo HelenTambo on Instagram














Furore
Autore: John Steinback
Traduttore: Sergio C. Perroni
Dati: 1940/2016, 637 p., brossura 
Editore: Bompiani (collana Classici Contemporanei Bompiani) 
Prezzo: € 14,00 
Giudizio su Goodreads: 5 stelline

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