Fenomenologia di YouPorn
Autore : Sgambati Stefano
Dati: 2012, 144 p., brossura
Editore: Miraggi Edizioni
(collana Contrappunti)
Photo HelenTambo on Instagram |
“Troppo YouPorn
distorce gravemente il proprio immaginario sessuale.
È la lezione numero uno di questa avventura: ma troppo quanto?”
(p. 74)
È la lezione numero uno di questa avventura: ma troppo quanto?”
(p. 74)
Si deve partire dalla Prefazione di Enrico Remmert per
capire lo spirito di questo libro, i motivi che lo hanno ispirato e il modo in
cui Stefano Sgambati ha analizzato un fenomeno sicuramente di grande impatto
sociale -la fruizione del porno via web-, come spettatori passivi e interagenti,
indotti giocoforza dalla forza delle immagini. Si tratta di una prefazione che
non vuole fare la Prefazione classicamente intesa, quella che rischia di essere
troppo seria, scientifica, infarcita di citazioni dotte; non vuole essere
neppure una Prefazione aneddotica, di quelle che partono da un fatterello per
arrivare a spiegare i gusti dell’Autore e la filosofia sottesa al suo personale
uso del canale porno più famoso del web. Alla fine questa Prefazione riesce ad
essere tutto questo, ma anche una sincera dichiarazione di intenti, quella che
ci fa capire da che tipo di osservazione si può partire –il comune senso della
trasgressione da voyeur agli albori del porno o quasi- per analizzare uno dei
fenomeni più eclatanti della rete.
Definire il genere di questo libro non è facilissimo, o meglio è facile ma ci costringe a rivedere il concetto di ‘saggio’: perché sì, questo è secondo me sicuramente un saggio, corredato da una bibliografia/sitografia aggiornata, dalla quale l’autore ha attinto ispirazione e informazioni utili al suo argomentare. Un saggio particolare però, che mette da parte i toni seriosi per accompagnare il lettore alla disamina del fenomeno YouPorn in modo divertente e divertito. D’altra parte cominciamo ad abituarci ad una saggistica più accessibile, di non esclusiva fruibilità scientifica.
Nelle tre parti in cui si sviluppa la trattazione, Sgambati analizza l’inizio del fenomeno voyeuristico, dal quale si è sviluppato un vero e proprio genere, quello del filmato amatoriale, erotico o proprio pornografico, girato tra mura casalinghe, inizialmente ad uso e consumo degli stessi protagonisti, ma presto diventato di culto tra gli estimatori. Dalla sconosciuta giovanissima Chiara da Perugia che si produceva in contorsionismi sul divano di casa con il fidanzatino, alla più famosa Belén Rodriguez, immortalata nell’intimità in un filmato girato dal modello argentino con cui era sentimentalmente impegnata, più preoccupato di non sfigurare nelle inquadrature che delle scene in sé, l’Autore passa a definire il passaggio dal film porno al filmato porno, fino a chiedersi se siamo tutti malati.
Quest’ultimo aspetto è quello che sinceramente più mi ha interessato dell’intero saggio di Sgambati, perché esamina, grazie anche alle lunghe conversazioni con lo psicoterapeuta dott. Emiliano Lambiase, i sintomi e i comportamenti tipici del fruitore ‘malato’ di pornografia online a tutti i livelli e di quello ‘sano’, quello che fruisce del sesso online con il distacco ovvio di chi ha una soddisfacente vita ‘fuori’ dalla rete; inoltra si addentra nelle problematiche legate alla percezione di sé in caso di dipendenza sessuale, ma prima che sessuale affettiva, che forse è la condizione più comune (ma faccio questa affermazione senza dati oggettivi, solo per una sensazione, perché probabilmente di dipendenza affettiva si parla più facilmente in pubblico). Un epilogo dal titolo “Gli uomini sognano pecorine elettroniche?” fa un ultimo bilancio dello stato dell’arte: chi eravamo, da dove siamo partiti, come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto, cosa ci riserva il futuro, specie se sappiamo già che c’è chi ha pensato che il mercato del porno online può essere fruttuoso per promuovere cause benefiche, attraverso il crowdfunding.
A chiudere il volume, gli ospiti speciali: Gaja Cenciarelli, Carolina Cutolo e Roberto Moroni in tre contributi che declinano il tema ‘pornografia on line’ secondo tre prospettive diverse e complementari, che perfezionano il quadro, già ormai abbastanza chiaro.
Ho trovato questo libro interessante e soprattutto ben scritto: il brio dell’Autore, il suo modo di porsi curioso, dalla parte dei lettori (come dire, siamo tutti sulla stessa barca, vediamo di capirci qualcosa, mi faccio delle domande con voi), lo stile spigliato e soprattutto non ipocrita (Sgambati chiama tutte le cose con il loro nome, senza inutili contorsionismi lessicali e lo fa mantenendo eleganza, proprio perché sincero), conquistano senza riserve.
Definire il genere di questo libro non è facilissimo, o meglio è facile ma ci costringe a rivedere il concetto di ‘saggio’: perché sì, questo è secondo me sicuramente un saggio, corredato da una bibliografia/sitografia aggiornata, dalla quale l’autore ha attinto ispirazione e informazioni utili al suo argomentare. Un saggio particolare però, che mette da parte i toni seriosi per accompagnare il lettore alla disamina del fenomeno YouPorn in modo divertente e divertito. D’altra parte cominciamo ad abituarci ad una saggistica più accessibile, di non esclusiva fruibilità scientifica.
Nelle tre parti in cui si sviluppa la trattazione, Sgambati analizza l’inizio del fenomeno voyeuristico, dal quale si è sviluppato un vero e proprio genere, quello del filmato amatoriale, erotico o proprio pornografico, girato tra mura casalinghe, inizialmente ad uso e consumo degli stessi protagonisti, ma presto diventato di culto tra gli estimatori. Dalla sconosciuta giovanissima Chiara da Perugia che si produceva in contorsionismi sul divano di casa con il fidanzatino, alla più famosa Belén Rodriguez, immortalata nell’intimità in un filmato girato dal modello argentino con cui era sentimentalmente impegnata, più preoccupato di non sfigurare nelle inquadrature che delle scene in sé, l’Autore passa a definire il passaggio dal film porno al filmato porno, fino a chiedersi se siamo tutti malati.
Quest’ultimo aspetto è quello che sinceramente più mi ha interessato dell’intero saggio di Sgambati, perché esamina, grazie anche alle lunghe conversazioni con lo psicoterapeuta dott. Emiliano Lambiase, i sintomi e i comportamenti tipici del fruitore ‘malato’ di pornografia online a tutti i livelli e di quello ‘sano’, quello che fruisce del sesso online con il distacco ovvio di chi ha una soddisfacente vita ‘fuori’ dalla rete; inoltra si addentra nelle problematiche legate alla percezione di sé in caso di dipendenza sessuale, ma prima che sessuale affettiva, che forse è la condizione più comune (ma faccio questa affermazione senza dati oggettivi, solo per una sensazione, perché probabilmente di dipendenza affettiva si parla più facilmente in pubblico). Un epilogo dal titolo “Gli uomini sognano pecorine elettroniche?” fa un ultimo bilancio dello stato dell’arte: chi eravamo, da dove siamo partiti, come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto, cosa ci riserva il futuro, specie se sappiamo già che c’è chi ha pensato che il mercato del porno online può essere fruttuoso per promuovere cause benefiche, attraverso il crowdfunding.
A chiudere il volume, gli ospiti speciali: Gaja Cenciarelli, Carolina Cutolo e Roberto Moroni in tre contributi che declinano il tema ‘pornografia on line’ secondo tre prospettive diverse e complementari, che perfezionano il quadro, già ormai abbastanza chiaro.
Ho trovato questo libro interessante e soprattutto ben scritto: il brio dell’Autore, il suo modo di porsi curioso, dalla parte dei lettori (come dire, siamo tutti sulla stessa barca, vediamo di capirci qualcosa, mi faccio delle domande con voi), lo stile spigliato e soprattutto non ipocrita (Sgambati chiama tutte le cose con il loro nome, senza inutili contorsionismi lessicali e lo fa mantenendo eleganza, proprio perché sincero), conquistano senza riserve.
L’argomento si poteva prestare a facilonerie, anche a
fraintendimenti a partire dal titolo, che forse ha attirato qualche interesse
pruriginoso, ma credo che l’abilità di Sgambati sia proprio nel fatto di non
deludere nessuno dei lettori, sia quelli che si avvicinano pensando di
soddisfare qualche curiosità, sia quelli che hanno interesse a conoscere
l’evoluzione del fenomeno YouPorn, infine quelli che cercano una lettura che
faccia ridere. Perché “Fenomenologia di YouPorn” fa riflettere, ma anche
ridere. Molto.
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