Lasciamisenzafiato
Autore:
Calderoni Elvio
Dati:
2011, 240 p., brossura
Editore:
Miraggi Edizioni (collana Golem)
Bisogna saper entrare in molte teste
per scrivere un romanzo come questo. Bisogna saper parlare molte lingue
dell’anima, riuscire a calarsi in stati d’animo e sensazioni distanti e
addirittura opposti, in un gioco dicotomico di luci e ombre, di positivo e
negativo, di sereno e nervoso, dove però tutto si può ribaltare e ciò che era
luminoso diventa buio, ciò che era solido e sicuro diventa avverso, ciò che era
solare diventa inquieto.
Alessandro e Irene sono alla vigilia
del loro matrimonio, che si svolgerà a Cividale del Friuli: dopo li aspetta
Roma, dove si sono conosciuti e dove Irene comincerà una nuova vita da sposata,
in una città che non è la sua, ma dove ha conosciuto Alessandro e dove è
fiduciosa di trovare la felicità accanto all’uomo che sente giusto per lei,
forte anche di una Fede incrollabile. Tra loro, in quei pochi giorni che li
separa dalla cerimonia nuziale, si frappone una donna, un’entità quasi irreale,
ma con una fisicità prepotente che disorienta Alessandro dal primo momento in
cui la vede. E tutto quello che segue vede protagonisti personaggi legati tra
loro da relazioni che mano a mano diventano sempre più profonde, quando non lo
sono già, come nel caso di Alessandro e suo fratello Federico, che vivono
insieme un rapporto quasi simbiotico. Infine un epilogo inaspettato, in cui
tutti i tasselli della vicenda e dei personaggi coinvolti si ricompongono come
in un puzzle complesso -eppure dal disegno chiaro-, capovolge situazioni e
collegamenti.
Se dovessi sintetizzare con un aggettivo ognuno dei personaggi che danno vita alla storia, questa potrebbe essere la lista, di quasi tutti aggettivi che hanno il prefisso di negazione, tranne quello scelto per Alessandro e per Irene:
Se dovessi sintetizzare con un aggettivo ognuno dei personaggi che danno vita alla storia, questa potrebbe essere la lista, di quasi tutti aggettivi che hanno il prefisso di negazione, tranne quello scelto per Alessandro e per Irene:
·
Alessandro : interrotto
·
Irene: misurata (fino a prova
contraria)
·
Federico: irrisolto
·
Clara: inquieta e inquietante
·
Barnaba: incompleto
La scrittura di Calderoni è piana e
lineare, nonostante la complessità dei pensieri dei suoi personaggi, che sono
resi in maniera lucida e senza possibilità di equivocare intenzioni, stati
d’animo, dolori: il lettore entra in una spirale di avvenimenti quasi senza
accorgersene e arriva in fondo alla storia, senza fiato, con la sensazione di
aver vissuto con i protagonisti le strade di Cividale e il traffico di Roma, la
musica di Federico e le foto di Alessandro, le lacrime di Clara, il dolore
sordo di Irene, lo stupore inesperto di Barnaba.
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