“In Italia, anche chi legge, legge
molto poco: il 45,6% dei lettori non ha letto più di 3 libri in 12 mesi, mentre
soltanto i "lettori forti", cioè chi ha letto 12 o più libri nello
stesso lasso di tempo, è il 13,8% del totale.” Sono dati Istat, riferiti al
periodo 2010 e 2011 e pubblicati il 21 maggio 2012 (http://www.istat.it/it/archivio/62518).
I numeri non mentono.
Contro la nonna di Formignana che ha divorato centoquarantasei (146!) libri in
un anno, finendo in TV, oggi meno di un
italiano su due (il 49,7% della popolazione) legge almeno un libro all'anno e anche i lettori ‘forti’, che ne leggono almeno dieci, sono in
calo. Vero anche che crescono i lettori occasionali, quelli che leggono
uno o due libri all’anno, saliti al 41,1% rispetto all’11,2% del 2007. (46* Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese
2012). Questo dato forse è il più interessante, specie se si va ad incrociare
con le classifiche dei libri più venduti, tra i quali emergono i romanzi della
trilogia delle Cinquanta sfumature di
E. L. James, libri di tendenza che
hanno avvicinato alla lettura anche le signore più refrattarie, grazie al
passaparola sotto l’ombrellone. Un fenomeno editoriale del genere -mesi di
permanenza ai primi posti delle classifiche , record di vendite già dalle prime
settimane dalla pubblicazione- non basta a promuovere tanti lettori ‘forti’.
Piuttosto serve
riflettere sull’analfabetismo di ritorno, fenomeno sul quale si sono
pronunciati storici della lingua come Francesco Sabatini, Luca Serianni e
Tullio De Mauro, una realtà con la quale facciamo i conti quotidianamente: il 71%
della popolazione si trova al di sotto del livello minimo di lettura e
comprensione di un testo scritto in italiano di media difficoltà e il titolo di
studio non sembra influire su questo dato, dal momento che anche i laureati che
smettono di leggere libri regrediscono soprattutto a livello lessicale.
In opposizione a
questo fenomeno deflagrante, che cresce in modo esponenziale e di cui indagare
le cause sembra facile ma non lo è, esiste un sommerso che ai più è
sconosciuto, un mondo di lettori forti che non si misura solo sulla quantità di
titoli snocciolati in un anno, ma anche –anzi, soprattutto- sulla qualità delle
letture.
I social network pullulano di gruppi di lettori e di
iniziative che tendono a dare suggerimenti, a condividere esperienze di
lettura; la rete è un grande contenitore dove basta cercare per imbattersi in
blog di lettori che hanno voglia di raccontarsi e raccontare dei libri che
leggono. Ovviamente bisogna cercare e questo lo fanno solo le persone davvero
interessate ai libri. Io l’ho fatto e mi sono imbattuta in una realtà molto
stimolante, fatta di salotti letterari virtuali, spesso più vitali dei tanti
reali, dove capita che poche persone si espongano e la maggior parte di loro
vada per ascoltare e basta. Indagare sui motivi per cui la dimensione virtuale si
sta dimostrando particolarmente vivace e reattiva, pur lasciando il mondo dei
libri e dei lettori in una nicchia riservata, è compito dei sociologi. A me
basta salutare con molto favore il fenomeno, quali che saranno le sue ulteriori
evoluzioni.
Qualche suggerimento in rete:
http://letturesconclusionate.blogspot.it/
http://libri.tempoxme.it/index.php?option=com_kunena&view=listcat&Itemid=47
http://inpuntadipenna-sed.blogspot.it/2012/11/il-mondo-e-piccolo-come-una-biglia-che.html?spref=fb
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