domenica 3 marzo 2013

Frequentando salotti letterari: "Sofia si veste sempre di nero" di Paolo Cognetti

Sofia si veste sempre di nero

Autore   : Cognetti Paolo
Dati: 2012, 208 p., brossura
Editore: Minimum fax (collana Nichel)


Per favore, per favore, fai che questa sia la volta buona

Dieci racconti per descrivere una giovane donna, Sofia, dalla nascita al suo essere attrice a New York, precaria e instabile per vocazione, con la valigia pronta per altre avventure, non sa nemmeno lei quali. Sono i racconti che ci regala Paolo Cognetti, cesellando la figura di questo straordinario personaggio femminile, che li percorre tutti e che è forse il compendio di tutte le donne che li attraversano.
Sofia, abitata dalla paura dell’abbandono fin da bambina, per diventare lei da adulta ‘quella che se ne va’, è forse riuscita così a causa di sua madre Rossana, donna interrotta che la partorisce fortunosamente prematura e con la quale all’inizio ha un rapporto quasi simbiotico, destinato a dissolversi seguendo chissà quali nevrotiche dinamiche; a causa di sua zia Marta, dall’oscuro passato politico impegnato in un gruppo extraparlamentare, negli anni più foschi della storia italiana; infine anche a causa di Emma, l’amante del padre, un’altra donna complicata che riempie per un po’ la vita di Roberto, apparentemente senza turbare l’equilibrio familiare di lui, ma evidentemente soffrendo di una situazione senza possibilità di uno sviluppo felice.
Ma forse Sofia è anche gli uomini che incontra, figure meno delineate di quelle femminili, ma ugualmente portatrici di storie importanti, come Oscar. Tra tutti gli uomini di Sofia emerge il padre Roberto, sposo giovanissimo e marito che a suo modo cerca di fronteggiare le emergenze rappresentate da Rossana, moglie bambina che cresce problematica, con la quale ha messo su una famiglia slegata nonostante le apparenze: e per Roberto l’unione delle sue due donne, Rossana ed Emma, rappresenta una visione ideale con la quale veramente forse può interagire e sentirsi intero.
Non esiste altro colore adatto a Sofia: il nero per una ragazza che mangia poco e male, ai limiti dell’anoressia, che fuma troppo, che diventando grande si cura insufficientemente del suo benessere, fisico e psicologico, che vive senza la necessità di legami, in perenne fuga da se stessa.
Il luoghi di “Sofia si veste sempre di nero” sono le città, Roma e Milano e poi New York, ma sono anche Lagobello, un villaggio residenziale alla periferia della metropoli, che ricorda un po’ gli agglomerati patinati di Milano 2, dove tutto è perfettamente regolare e nulla si discosta da un gusto conforme e un po’ blasè, disilluso delle difformità e della varietà che anche in campo urbanistico significano ricchezza. Lagobello è un 'altrove' rispetto a luoghi che sono il 'dove': è l’altrove dove Roberto pensa di dare stabilità alla sua casa, intesa come home (“A un certo punto del loro matrimonio, invece di separarsi, i genitori di Sofia decidono di cambiare casa” p. 10)
Tutto questo è cucito da Cognetti con un filo narrativo intenso, piano e tuttavia capace di districare i nodi delle personalità complesse e irrequiete di tutti i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili: non è facile mettere ordine nel complesso, nevrotico e emotivamente variegato universo psicologico delle donne. Paolo Cognetti ci riesce, traducendo in un linguaggio reale pensieri e parole di queste donne tanto ‘faticose’.


3 commenti:

  1. Paolo Cognetti era venuto, qualche anno fa, a presentare questo libro in una libreria della mia città, ma allora non lo conoscevo e la trama di questa raccolta non mi ispirava molto... Da allora ho letto il suo quaderno di montagna - Il ragazzo selvatico - e il più recente A pesca nelle pozze più profonde.
    È sicuramente un autore da approfondire per quanto riguarda la narrativa.

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    1. Prova con questo, se la mia recensione ti sembra convincente! E grazie per l'attenzione!

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