Dono, dunque siamo. Otto buone ragioni
per credere in una società più solidale
Autore : AA.VV.
Dati: 2013, 142 p., brossura
Editore: UTET (collana Dialoghi
sull'uomo)
"A un uomo la
signora regali una gamma di sorrisi,
ma di più sostanzioso
nulla, nemmeno se è suo marito"
(Elena Canino, “La vera signora. Guida pratica di belle maniere”,
Longanesi 1952)
Simona Scravaglieri (@LeggendoLibri, qui un suo commento) ed
io ci siamo recentemente misurate con la lettura contemporanea del saggio “Dono
dunque siamo”, edito da Utet, che raccoglie lo spirito degli interventi del
festival antropologico Dialoghi sull’Uomo
di Pistoia, edizione 2012. Sotto l’hashtag #letturecondivise abbiamo
sintetizzato, nei canonici 140 caratteri di Twitter, le parti che dei vari
saggi pubblicati ci hanno più colpito, ridisegnandone contorni e stimoli di
riflessione; alla discussione (partita l’11 giugno u.s. e che, sintetizzata, si
può trovare qui) hanno partecipato @UtetLibri, @DialoghiPistoia,
@IsaInghirami, @FramariaTedesco, @LunaOrlandoG, @unblogdiclasse, @lukogene.
Una raccolta di saggi, in realtà,
questo “Dono dunque siamo”: e sono saggi accessibili a tutti, caratterizzati da
un’argomentazione fluida, facile da seguire, nonostante gli autori siano
diversi, tanto che sembra evidente l’intento di uniformità stilistica, con
l’obbiettivo comune di raggiungere molti lettori, anche i meno avvezzi alla
saggistica. Ulteriore aiuto viene dal tema trattato, quello del dono, e già una
scorsa all’indice dà l’idea dei punti fondamentali in cui l’argomento viene
sviscerato: dono come nodo, dono come futuro della solidarietà, come perdono, dono vs obbligo della reciprocità con tutto ciò che ne consegue. Non
mancano le curiosità: in particolare il saggio di Stefano Bartezzaghi ci
conduce attraverso sonetti monovocalici,
incursioni tra Eco e Calvino, filosofia e regole che il bon ton impone(va) in
materia di regali, facendo ricorso a Elena Canino, giornalista
e scrittrice scoperta da Leo Longanesi, autrice di “La vera signora. Guida
pratica di belle maniere” del 1952. Attraverso i contributi di economisti,
filosofi, antropologi, psicanalisti (Marco Aime, Zygmunt Bauman, Laura Boella,
Salvatore Natoli, Marino Niola e Stefano Zamagni), si scopre il dono come forma
di solidarietà, come volontariato e gratuità, come lievito della vita (non solo
in senso metaforico, ma anche come base dell’alimentazione, topos ideale del
ruolo femminile, da sempre portatore di nutrimento come amore), come punto
nevralgico di dinamiche di scambio, come bene economico, come possibilità di remissione,
tema mai così attuale come adesso che racchiude l'ansia di rigenerazione e di
rinascita spirituale.
Una lettura scorrevole e appassionante,
ricca di spunti di pensiero che arricchiscono il lettore: un autentico dono,
insomma.
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