Atletico Minaccia Football
Club
Autore: Marsullo Marco
Dati: 2012, 212 p., brossura
Editore: Einaudi (collana Einaudi. Stile libero big)
"Non importa quanti gol prendi in una giornata storta,
ma quanti potevi prenderne se la partita non fosse
finita." (terza regola)
Ci sono degli uomini di carta ai quali è facile
affezionarsi, se non capita addirittura di innamorarsi. Dove per uomini di
carta intendo ovviamente personaggi letterari, protagonisti di storie in cui si
muovono come fulcro: intorno a loro avvengono delle vicende impresse di un
carattere che sarebbe diverso in loro assenza, perché si tratta di personaggi
di spessore, spesso dalla fisicità prorompente, dalle battute e dai pensieri
che in bocca e nella testa di altri non potrebbero stare. Mi è già capitato con l’avvocato Malinconico
inventato da Diego De Silva e più recentemente con Igor Attila ,
creatura di Paolo Foschi.
Ora sono vittima del fascino di Vanni Cascione, allenatore
dell’Atletico Minaccia Football Club, nato dalla penna (come si diceva una
volta) di Marco Marsullo. Ora, ragioniamo: come si fa ad innamorarsi di
Cascione? Allenatore disoccupato (fino all’incontro con l’improbabile
procuratore Magia) e pluriespulso, che beve a canna direttamente dalla
bottiglia (e solo questo basterebbe a squalificarlo, ha ragione quel ‘facocero
in pantacollant’ di sua moglie Lina), un po’ sovrappeso (“Afferrai ai due alti
quell’ammasso di grassi saturi che mi sporgeva dal ventre e rimasi così, a
fissarmi disgustato per un lunghissimo minuto”), va in giro con una vecchia
Opel Kadett che, appunto, kadett a pezzi. Convinto che barba di due giorni,
camicie Pignatelli e cravatta regimental rappresentino il look dell’allenatore
vincente modello José Mourinho, il suo idolo, si accontenta intanto di
indossare il gessato acquistato quattro anni prima, in occasione del matrimonio
di suo fratello. Eppure… Cascione ha l’eloquio affascinante (sarà forse
l’uditorio con il quale si confronta che ne innalza notevolmente il livello?),
una sua filosofia sintetizzata nelle regole de ‘il calcio secondo Cascione’, un
suo modo di osservare e descrivere la realtà circostante che è irresistibile:
poiché mi prendo le cotte più di chi mi fa ridere che dei belli, eccomi persa
per Cascione. Il quale Cascione in realtà è inconsapevolmente comico, perché a
dire il vero lui si prende molto sul serio, crede fermamente nella missione
impossibile di portare alla salvezza la squadra di provincia che gli è stata
affidata, anche se è più un’accozzaglia di dilettanti o di calciatori ormai in
declino, che un vero team sportivo. Ed è questa sua fede incrollabile, unita
alle sue ‘regole’ e alla disperazione dei suoi giocatori, che lo riscatteranno
in qualche modo.
I personaggi che ruotano intorno a Mister Cascione sono
tutti caratterizzati in modo inequivocabile: riconoscibili in tipi comuni,
eppure con peculiarità che li rendono unici, affollano la fauna umana che
circonda Vanni, dal manager Lucio Magia, al guardiano del campo Mimì, ai giocatori
(vabbè, giocatori…), alla già citata Lucia, alla figlia Chiara, cuore di papà,
nata per contraddire la quarta regola del calcio secondo Cascione, quella che
recita ‘le donne non capiscono un cazzo di calcio’. Proprio Chiara, biondina dagli
occhi chiari in cui papà Vanni si perde di tenerezza, è la figura che più colpisce,
non tanto in se stessa quanto nell’effetto che fa sul padre: le parole più
belle sono per lei, il sentimento forte di padre traspare in tutti gli sguardi
e in tutti i pensieri del protagonista. Il fatto che uno scrittore giovane come
Marsullo (ha appena ventotto anni!) sia stato capace di sentire e far sentire
al lettore l’amore di padre e figlia che emerge ogni volta che Vanni e Chiara
sono in scena, è sorprendente.
Com’è sorprendente in generale questo esordio letterario,
battezzato da un editore importante come Einaudi (in realtà non si tratta
proprio di un esordio, Marsullo ha già pubblicato nel 2009 per l’editore Noubs
la raccolta di racconti “Ho Magalli in testa ma non riesco a
dirlo”). Da lettrice sostengo da tempo che per essere uno scrittore non
basti saper scrivere: bisogna avere le storie perfette, i personaggi speciali,
l’intuizione per la circostanza particolare, i luoghi e i tempi giusti. Mi
sembra di percepire che questo sia il caso di Marco Marsullo: la sua scrittura
brillante, precisa, curata nei minimi dettagli sembrano più un dono naturale
che perizia studiata. Insomma, sembra che scrivere così a Marsullo venga naturale. Con
queste premesse il peso di una ulteriore prova narrativa può essere
insopportabile, ma confidiamo, da lettori, nella sua freschezza e anche un po’
nella sua incoscienza.
Ok, ora che ho scoperto questo blog mi sto leggendo tutte le tue recensioni perché mi piacciono assai. Mi fermo a commentare qui perché Atletico Minaccia mi ha divertita un mondo, e ho scoperto Cascione più o meno quando ho scoperto Malinconico: i due si sono contesi il mio amore. Ora sta per uscire il secondo romanzo di Marsullo e chissà...
RispondiEliminaGentile Girasonia, capita spesso che il nostro cuore sia conteso tra personaggi diversi ma allo stesso modo affascinanti: questa è la bravura dello scrittore che crea personaggi indimenticabili. Sono anche io molto curiosa di leggere il nuovo romanzo di Marsullo. Spero di poterne parlare negli stessi termini che ho riservato al suo romanzo d'esordio. Grazie per la lettura del mio blog e per gli apprezzamenti.
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