martedì 9 luglio 2013

Ultima lettura: “Donne che non valgono niente” di Maura Vitale


Donne che non valgono niente

Autore   : Vitale Maura
Dati: 2011, 176 p., brossura
Editore: Sovera Edizioni (collana Narrare)


Accade d’improvviso di scoprirti fragile,
 terribilmente vulnerabile: “io, non valgo niente”.
Accade d’improvviso ma è una storia lunghissima di bambine incomprese,
 prigioniere di regole affettive e comportamentali,
figlie di genitori confusi e incapaci di un’immaginazione felice.

Maura Vitale è una psicoterapeuta che vive ed esercita la sua attività a Roma. Negli ultimi anni la sua attenzione si è concentrata sulla possibilità di utilizzare strumenti innovativi come i gruppi in rete per la costruzione di percorsi di psicoterapia, che non vadano a sostituirsi ma si affianchino a quelli tradizionali, nella convinzione che la scrittura e l’ascolto degli altri siano potenti strumenti per la comprensione dei propri danni e per lo sviluppo di un nuovo modo di relazionarsi. Da questi presupposti nasce “Donne che non valgono niente”, un libro che sfugge a qualsiasi definizione di genere: non è un saggio, non è narrazione (o meglio, non è solo narrazione), non è un istant book, nonostante quello della condizione femminile, declinata in tutte le possibili variabili, sia di stretta attualità. 
Si tratta invece di una raccolta di testimonianze, che ricostruisce il percorso di un gruppo, quello delle ‘Donne di Alice’ (in onore di Alice Miller, psicologa e psicanalista polacca, specializzata in psicologia dell'età evolutiva): un gruppo di donne che, pur avendo raggiunto una piena soddisfazione sia in campo personale che lavorativo, improvvisamente hanno sentito di ‘non valere niente’.
Il tema riguarda l’assertività, che è quel modo di mettersi in relazione con gli altri senza prevaricare né essere prevaricati, trovando un punto di equilibrio in cui è importante conservare l’autostima, essere in grado di esprimere le proprie opinioni liberamente senza ignorare il valore di quelle altrui, riuscire a comunicare in maniera efficace. Le Donne di Alice hanno fatto un percorso in un gruppo che la Vitale definisce ‘di carne e di rete’, in cui hanno scoperto e risolto la propria ‘non assertività’, la propria incapacità di farsi valere senza rischiare di diventare aggressive, nell’ansia di affermarsi.
Le donne non assertive sono state bambine non assertive, con figure genitoriali che hanno procurato danni anche per troppo amore o per incapacità di dimostrarne (pur provandolo); sono state adolescenti che avrebbero voluto ribellarsi e che invece sono state quello che gli altri volevano che fossero e sono diventate donne che spesso hanno replicato, nelle scelte sentimentali, le relazioni con il padre spesso autoritario e/o distratto.
Come risolvere i conflitti? Il gruppo ‘di carne’ si è raccontato, con le donne sedute in circolo intorno ad una sediolina blu, sulla quale volta per volta si accomodava ognuna di loro, nel corso degli incontri nello studio di Maura: dove queste donne non sono riuscite a raccontarsi come ‘carne’, lo hanno fatto come gruppo ‘di rete’, utilizzando il circuito delle mail, dove libere dagli sguardi, nell’apparente (perché in realtà erano tutte là, on air) solitudine delle loro case, hanno scritto le loro favole, i loro desideri, le loro autobiografie bambine. E la scrittura creativa è diventata così uno degli aspetti più innovativi di questo progetto: tutto questo non poteva restare chiuso in una stanza, è quello che ha detto una delle donne di Alice a Maura Vitale, che quindi ha raccolto i materiali e ne ha fatto questo libro, fonte di riflessione e testimonianza di coraggio, il coraggio di ricostruirsi.
L’idea che emerge dalla lettura di questo libro è che le donne che hanno subito un danno, come dice la stessa Vitale, non temono più nulla, a loro non può più accadere nulla: quando hanno risolto i loro conflitti, è per sempre. Sono donne con una marcia in più.

Nessun commento:

Posta un commento