Si è appena conclusa l’esperienza di #Corsari, la
riscrittura in tweet di cui ho già
parlato qui
Il progetto, ideato
da Paolo Costa (@paolocosta), Hassan Bogdan Pautàs (@TorinoAnni10)
e Pierluigi Vaccaneo (@piervaccaneo) con la collaborazione di Cristina Torrengo
(@Cristina TDV) e PR & community, ha avuto come partner @RaiLetteratura
e @RaiScuola per i filmati di repertorio e originali relativi a Pasolini,
@hiTweetbook la piattaforma editoriale progettata da @U10 per i
‘riassunti’ dei vari articoli curati da ciascun Corsaro, Escomnet.com, per
il supporto Software e IVM Multimedia per il supporto multimediale. Una
squadra organizzata ed efficiente, che si è integrata con la ‘ciurma’ dei
riscrittori chiamati a misurarsi con un testo tanto difficile quanto spesso
inquietante, non fosse altro per le domande che continuamente, nel corso dei
due mesi circa di lettura (e rilettura), inevitabilmente si sono proposte.
Photo HelenTambo on Instagram |
Si impone quindi un breve bilancio, anche e soprattutto per
il tipo di lettura collettiva che abbiamo fatto. Non conosco ancora i numeri di
questo percorso di Twitteratura, non so pertanto quanti sono stati i tweet
prodotti, quanti i retweet, quanti i partecipanti, oltre ai Corsari
ufficialmente investiti del compito di coordinare gli interventi. Ma non è
questo il senso del rendiconto che voglio fare qui.
“Scritti corsari” è un testo difficile. Si tratta della
raccolta di articoli scritti da Pier Paolo Pasolini e pubblicati tra il 1973 e
il 1975, anno della sua morte, dal Corriere
della Sera, Epoca, Mondo, e Paese Sera e riediti per Garzanti con i titoli originali cambiati e
con l’aggiunta di qualche inedito. Per chi non ha vissuto da adulto il
dibattito delle idee che ha infervorato gli intellettuali di quel tempo, si è
trattato di calarsi in un’atmosfera politicamente e sociologicamente distante
da quella attuale, non solo per una questione cronologica ma anche e
soprattutto per vivacità di temi, che in quel momento storico investivano la
morale, la religione, lo sviluppo con le conseguenti deviazioni. Cercare nella
scrittura di Pasolini, prevalentemente conosciuto oggi come poeta e narratore e
meno come saggista, gli agganci con quello che viviamo attualmente, è stata una
costante della riscrittura: in tanti ci siamo chiesti e abbiamo chiesto cosa
avrebbe scritto oggi Pier Paolo Pasolini se avesse potuto vedere quello che
abbiamo visto noi negli ultimi venti anni in Italia.
I temi caldi presenti in questa raccolta di scritti pasoliniani, così ancorati all’attualità che lo scrittore viveva sulla pelle senza riuscire a prendere mai le distanze, ma vivendo tutto in modo viscerale e personale, sono presto detti: il referendum abrogativo della legge sul divorzio, il dibattito sull’aborto, il consumismo come nuova religione di Stato, l’edonismo versus la cultura popolare, il ruolo della Chiesa, le stagione delle stragi. La passione di questi articoli prorompe in modo quasi aggressivo, supportata da argomentazioni puntuali e talvolta rabbiose, come se l’autore dovesse ogni volta non solo affermare le sue idee, ma anche preventivamente difendersi da chi le poteva mettere in discussione. Senza parlare degli scritti in cui risponde ai suoi detrattori sulla scorta di articoli pubblicati contro di lui e in contrapposizione alle sue opinioni. Hanno, questi “Scritti Corsari” un valore documentario importante, purtroppo limitato dall’assenza degli articoli di altri scrittori e giornalisti a cui Pasolini fa riferimento: il lettore sente forte la mancanza del contraddittorio, sia pure asincrono, del botta e risposta, articolo di A contro articolo di B. Abbiamo solo quelli di Pasolini e forse a questo l’editore, anche in una successiva edizione, avrebbe dovuto pensare, invece di costringerci a ricerche archeologiche negli archivi online dei giornali.
I temi caldi presenti in questa raccolta di scritti pasoliniani, così ancorati all’attualità che lo scrittore viveva sulla pelle senza riuscire a prendere mai le distanze, ma vivendo tutto in modo viscerale e personale, sono presto detti: il referendum abrogativo della legge sul divorzio, il dibattito sull’aborto, il consumismo come nuova religione di Stato, l’edonismo versus la cultura popolare, il ruolo della Chiesa, le stagione delle stragi. La passione di questi articoli prorompe in modo quasi aggressivo, supportata da argomentazioni puntuali e talvolta rabbiose, come se l’autore dovesse ogni volta non solo affermare le sue idee, ma anche preventivamente difendersi da chi le poteva mettere in discussione. Senza parlare degli scritti in cui risponde ai suoi detrattori sulla scorta di articoli pubblicati contro di lui e in contrapposizione alle sue opinioni. Hanno, questi “Scritti Corsari” un valore documentario importante, purtroppo limitato dall’assenza degli articoli di altri scrittori e giornalisti a cui Pasolini fa riferimento: il lettore sente forte la mancanza del contraddittorio, sia pure asincrono, del botta e risposta, articolo di A contro articolo di B. Abbiamo solo quelli di Pasolini e forse a questo l’editore, anche in una successiva edizione, avrebbe dovuto pensare, invece di costringerci a ricerche archeologiche negli archivi online dei giornali.
Proprio nell’articolo XIV “In che senso parlare di una
sconfitta del PCI al referendum” del 26 luglio 1974, seguito da me come Corsara
( qui il mio tweetbook), Pasolini fa
una rassegna di tutti coloro che quasi hanno tradito le sue parole,
interpretandole a loro comodo, traviandole e strumentalizzandole: e il suo
scritto si declina attraverso l’analisi delle critiche e la difesa delle sue
idee, per poi passare a spiegare in che senso andava interpretata la
‘sconfitta’ del Partito Comunista Italiano, pur avendo vinto il ‘no’
all’abrogazione della legge sul divorzio, a sottolineare quella crisi della
Sinistra che in confronto a quella attuale forse è nulla (ma se Pasolini lo
avesse potuto prevedere…). Quello che è mancato, nonostante la buona
volontà di alcuni Corsari che si sono
improvvisati topi di biblioteca nel mare
magnum della rete, sono stati proprio gli articoli di Giorgio Bocca,
Maurizio Ferrara, Giuseppe Prezzolini; era previsto dall’autore però, il quale
nella nota introduttiva scrive “La ricostruzione di questo libro è affidata al
lettore. È lui che deve rimettere insieme
i frammenti di un’opera dispersa e incompleta.”.
Tornando
all’esperimento su Twitter l’impressione è stata quella di aver
perso qualcosa di quanto scritto dai partecipanti (fortunatamente tutto
recuperabile dai tweetbook prodotti per ciascun articolo), come se la condivisione
della riscrittura si fosse diluita della TimeLine in modo dispersivo. A
sensazione, è difficile dire quanti eravamo (aspetto di conoscere i dati
ufficiali per questo), se tanti o tantissimi. La prova ha forse scoraggiato
qualcuno, ma in compenso ha attirato altri, sedotti dall’idea di confrontarsi
con un testo così complesso.
Un po’ come esempio di quanto vissuto da molti di noi
Corsari, giova leggere il racconto dell’esperienza di Blutrasparente @erykaluna, nelle cui parole chi ha navigato nei marosi della scrittura pasoliniana si
può riconoscere. Qui è possibile
trovare i pdf dei tweetbook prodotti per ciascun articolo corsaro.
Conclusa l’esperienza corsara, tra pochi giorni parte un
nuovo contest: si torna a Cesare Pavese con "Paesi tuoi",
da seguire sotto l’hashtag #PaesiTuoi dal 5 agosto su Twitter!
Nessun commento:
Posta un commento