mercoledì 31 luglio 2013

#Corsari off, restano le domande…


Si è appena conclusa l’esperienza di #Corsari, la riscrittura in tweet  di cui ho già parlato qui
Il progetto, ideato da Paolo Costa (@paolocosta), Hassan Bogdan Pautàs (@TorinoAnni10) e Pierluigi Vaccaneo (@piervaccaneo) con la collaborazione di Cristina Torrengo (@Cristina TDV) e PR & community, ha avuto come partner @RaiLetteratura e @RaiScuola per i filmati di repertorio e originali relativi a Pasolini, @hiTweetbook la piattaforma editoriale progettata da @U10 per i ‘riassunti’ dei vari articoli curati da ciascun Corsaro, Escomnet.com, per il supporto Software e IVM Multimedia per il supporto multimediale. Una squadra organizzata ed efficiente, che si è integrata con la ‘ciurma’ dei riscrittori chiamati a misurarsi con un testo tanto difficile quanto spesso inquietante, non fosse altro per le domande che continuamente, nel corso dei due mesi circa di lettura (e rilettura), inevitabilmente si sono proposte.
Photo HelenTambo on Instagram
Si impone quindi un breve bilancio, anche e soprattutto per il tipo di lettura collettiva che abbiamo fatto. Non conosco ancora i numeri di questo percorso di Twitteratura, non so pertanto quanti sono stati i tweet prodotti, quanti i retweet, quanti i partecipanti, oltre ai Corsari ufficialmente investiti del compito di coordinare gli interventi. Ma non è questo il senso del rendiconto che voglio fare qui.
“Scritti corsari” è un testo difficile. Si tratta della raccolta di articoli scritti da Pier Paolo Pasolini e pubblicati tra il 1973 e il 1975, anno della sua morte, dal Corriere della Sera, Epoca, Mondo, e Paese Sera e riediti per Garzanti con i titoli originali cambiati e con l’aggiunta di qualche inedito. Per chi non ha vissuto da adulto il dibattito delle idee che ha infervorato gli intellettuali di quel tempo, si è trattato di calarsi in un’atmosfera politicamente e sociologicamente distante da quella attuale, non solo per una questione cronologica ma anche e soprattutto per vivacità di temi, che in quel momento storico investivano la morale, la religione, lo sviluppo con le conseguenti deviazioni. Cercare nella scrittura di Pasolini, prevalentemente conosciuto oggi come poeta e narratore e meno come saggista, gli agganci con quello che viviamo attualmente, è stata una costante della riscrittura: in tanti ci siamo chiesti e abbiamo chiesto cosa avrebbe scritto oggi Pier Paolo Pasolini se avesse potuto vedere quello che abbiamo visto noi negli ultimi venti anni in Italia.
I temi caldi presenti in questa raccolta di scritti pasoliniani, così ancorati all’attualità che lo scrittore viveva sulla pelle senza riuscire a prendere mai le distanze, ma vivendo tutto in modo viscerale e personale, sono presto detti: il referendum abrogativo della legge sul divorzio, il dibattito sull’aborto, il consumismo come nuova religione di Stato, l’edonismo versus la cultura popolare, il ruolo della Chiesa, le stagione delle stragi. La passione di questi articoli prorompe in modo quasi aggressivo, supportata da argomentazioni puntuali e talvolta rabbiose, come se l’autore dovesse ogni volta non solo affermare le sue idee, ma anche preventivamente difendersi da chi le poteva mettere in discussione. Senza parlare degli scritti in cui risponde ai suoi detrattori sulla scorta di articoli pubblicati contro di lui e in contrapposizione alle sue opinioni. Hanno, questi “Scritti Corsari” un valore documentario importante, purtroppo limitato dall’assenza degli articoli di altri scrittori e giornalisti a cui Pasolini fa riferimento: il lettore sente forte la mancanza del contraddittorio, sia pure asincrono, del botta e risposta, articolo di A contro articolo di B. Abbiamo solo quelli di Pasolini e forse a questo l’editore, anche in una successiva edizione, avrebbe dovuto pensare, invece di costringerci a ricerche archeologiche negli archivi online dei giornali.
Proprio nell’articolo XIV “In che senso parlare di una sconfitta del PCI al referendum” del 26 luglio 1974, seguito da me come Corsara ( qui il mio tweetbook), Pasolini fa una rassegna di tutti coloro che quasi hanno tradito le sue parole, interpretandole a loro comodo, traviandole e strumentalizzandole: e il suo scritto si declina attraverso l’analisi delle critiche e la difesa delle sue idee, per poi passare a spiegare in che senso andava interpretata la ‘sconfitta’ del Partito Comunista Italiano, pur avendo vinto il ‘no’ all’abrogazione della legge sul divorzio, a sottolineare quella crisi della Sinistra che in confronto a quella attuale forse è nulla (ma se Pasolini lo avesse potuto prevedere…). Quello che è mancato, nonostante la buona volontà  di alcuni Corsari che si sono improvvisati topi di biblioteca nel mare magnum della rete, sono stati proprio gli articoli di Giorgio Bocca, Maurizio Ferrara, Giuseppe Prezzolini; era previsto dall’autore però, il quale nella nota introduttiva scrive “La ricostruzione di questo libro è affidata al lettore. È lui che deve rimettere insieme i frammenti di un’opera dispersa e incompleta.”.
Tornando all’esperimento su Twitter l’impressione è stata quella di aver perso qualcosa di quanto scritto dai partecipanti (fortunatamente tutto recuperabile dai tweetbook prodotti per ciascun articolo), come se la condivisione della riscrittura si fosse diluita della TimeLine in modo dispersivo. A sensazione, è difficile dire quanti eravamo (aspetto di conoscere i dati ufficiali per questo), se tanti o tantissimi. La prova ha forse scoraggiato qualcuno, ma in compenso ha attirato altri, sedotti dall’idea di confrontarsi con un testo così complesso.
Un po’ come esempio di quanto vissuto da molti di noi Corsari, giova leggere il racconto dell’esperienza di Blutrasparente @erykaluna, nelle cui parole chi ha navigato nei marosi della scrittura pasoliniana si può riconoscere. Qui è possibile trovare i pdf dei tweetbook prodotti per ciascun articolo corsaro. 
Conclusa l’esperienza corsara, tra pochi giorni parte un nuovo contest: si torna a Cesare Pavese con "Paesi tuoi", da seguire sotto l’hashtag #PaesiTuoi dal 5 agosto su Twitter!

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