sabato 13 luglio 2013

Ultima lettura: "Il metodo della bomba atomica" di Noemi Cuffia


Il metodo della bomba atomica

Autore: Cuffia Noemi
Dati: 2013, 150 p., brossura
Editore: LiberAria (collana Meduse)
Il metodo del mare (photo HelenTambo on Instagram)


 L'amore è per chi ci crede

Ecco un chiaro esempio di ciò che vado dicendo da un bel po’: per essere considerati scrittori (attenzione, non per considerarsi scrittori) non basta saper scrivere, è necessario essere lettori da grandi numeri, avere fatto molta esperienza di scritture altrui (primo passo) per poi comprendere che bisogna avere una storia perfetta da raccontare, quella originale, quella che ha gli ingredienti giusti per colpire e appassionare il lettore (secondo passo). Ovviamente tutto questo non si può improvvisare, si devono combinare tutte le variabili, in un equilibrio che si conquista con il tempo e la pratica. Certo, ci vuole anche il sacro dono dell’attitudine a inventare storie buone, ma già essere lettori competenti, forti, aiuta a distinguere e riconoscere questo talento in sé e negli altri.
Di Noemi Cuffia possiamo dire che è senz’altro una lettrice da grandi numeri: il suo blog  tazzina-di-caffè è stato segnalato come uno dei più influenti blog letterari in Italia, la sua attività, indirizzata prima di tutto verso la scrittura di altri, ha potuto ad un certo punto determinare la sua svolta come autrice.
Insomma, @tazzinadi –come la potete seguire su Twitter- sapeva cosa faceva quando ha cominciato a scrivere “Il metodo della bomba atomica”.
Il metodo della bomba atomica è un metodo di sopravvivenza, ideato da Leone per scuotere Celeste dalla pigrizia, dal suo farsi quasi soccombere dagli avvenimenti, per farla reagire, un metodo per salvarla “dalla casa, dai pensieri, da tutto” in qualsiasi modo possibile. Tutti gli altri metodi, pensati da Leone e cercati da Celeste stessa nelle cose di tutti i giorni, che in questo modo diventano eccezioni, hanno lo stesso scopo: quello della bellezza, quello del jazz, quello del mostro che ti insegue, quello della felicità, quello della solitudine, quello della ferita che si chiude, quello della disciplina, quello della libertà. Leone, legato a Celeste da quando erano bambini, in quel modo in cui si formano certi vincoli quasi per ovvia conseguenza dell’essere andati insieme all’asilo, si applica alla salvezza della sua ragazza con criterio scientifico: senza sapere che lei sfuggirà a tutti questi metodi scientifici, pur desiderandoli e comprendendo che sono gli unici in grado di controllare certe sue emotività.
Gli altri metodi che possono preservare Celeste dall’autodistruzione sono il suo blog sulle piante, vero rifugio cui si dedica con sistematicità, e la corsa, che pratica in compagnia di Leone. Fiori e podismo, che l’autrice tratta utilizzando il lessico specialistico indispensabile, sono i fili conduttori che accompagnano il lettore alla scoperta della protagonista (perché la protagonista vera è lei, Celeste, tutti gli altri sono comprimari necessari alla storia, ma sempre un passo indietro) e delle sue paure.
La vicenda è scandita dai battiti del cuore tachicardico di Celeste: ogni emozione, ogni gesto, ogni pensiero è accompagnato dal ritmo cardiaco, misurato da un cardiofrequenzimetro ideale, perché lei il suo cuore lo conosce bene e sa che ad ogni azione corrisponde una reazione. Il suo cuore tachicardico si accompagna a quello brachicardico di Leone, in una specie di compensazione che li aiuta a trovare l’equilibrio tra loro, anche e soprattutto quando corrono insieme.


Ma non tutto è controllabile: uscirà da ogni possibilità di sorveglianza quando nella vita della ragazza irromperà Umberto, con tutto l’ingombrante peso della sua storia.
Altro filo rosso che cuce tutta la storia è la continua ricerca di una definizione dell’amore, che accompagna il lettore alla ricerca di un nome o della descrizione di una circostanza che faccia pensare all’idea perfetta di un sentimento di per sé difficilmente delimitabile, perché diverso per ciascuno di noi.


“Il metodo della bomba atomica” è il racconto di persone e di un mistero che sembra non voler mai dare risposte alle domande che il lettore si fa in modo sempre più incalzante, salvo poi sorprendere sul finale: saranno proprio i comprimari, i personaggi di sfondo che seguono Celeste, a ribaltare la situazione e a sciogliere gli enigmi.
E così torno all’inizio: essere uno scrittore significa trovare la storia giusta, raccontarla in modo da coinvolgere il lettore, dare un motivo per scorrere le pagine e sorprendere fino alla fine. Noemi Cuffia, al suo esordio narrativo, ci riesce.

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