domenica 25 maggio 2014

Ultima lettura: "La costola di Adamo" di Antonio Manzini


La costola di Adamo

Autore: Manzini Antonio
Dati: 2014, 278 p., brossura; ePub con DRM 953,1 KB
Editore: Sellerio (collana La memoria)

«Ma quand’è che si fa un paio di scarpe adatte?»
«Lo stesso giorno in cui tu ti farai i cazzi tuoi» rispose Rocco
con lo sguardo concentrato sul marciapiede inzaccherato di neve.

Photo HelenTambo on Instagram
Ho capito che è più facile spiegare perché un libro non ti è piaciuto, piuttosto che il contrario. Perché se una storia non ti piace, prima di tutto ti chiedi se è un problema tuo, poi ti chiedi il motivo e provi ad analizzare tutte le possibilità: è colpa dell’intreccio? Dei personaggi? È scritta male? È noiosa? Non era il momento giusto per leggerla? Invece se ti piace, ti piace e basta. O meglio, al massimo resti gradevolmente sorpreso del fatto che ancora una volta ti sei lasciato prendere da una storia scritta bene, interessante, con protagonisti che ti hanno affascinato e coinvolto in una vicenda, grazie alla quale ti sei dimenticato della tua vita reale per tutto il tempo impiegato a leggerla.
Potrei quindi smettere qui di scrivere queste brevi impressioni su “La costola di Adamo” di Antonio Manzini, perché questo romanzo è tutto quello che ho appena detto.
Manzini scrive bene, ha la dote importantissima di non dare nulla per scontato fino quasi alla fine della storia e in un poliziesco questo non è sempre detto, ci sono brutti romanzi gialli in cui il nome dell’assassino lo intuisci già alle prime battute: in questo caso, brancoli nel buio fino a p.240 e poi te ne restano meno di quaranta per capire che quello che stavi per intuire ti ha portato fuori strada. Basta questo per definire questo romanzo un giallo perfetto.
La trama è semplice: un caso di suicidio nasconde in realtà un omicidio, o almeno così sembra da subito a Rocco Schiavone, incaricato di indagare sulla morte di Ester Baudo. In realtà il caso si rivela più intricato di quanto non sembri e solo un colpo di genio intuitivo, determinato dal puro caso, porterà il burbero vicequestore a ricostruire l’accaduto. La vicenda si svolge nell’arco di una settimana ad Aosta, dove Schiavone si trova da sei mesi, dopo un trasferimento improvviso per motivi disciplinari: quali siano questi motivi, meglio si spiegano in questo romanzo, dove gli strascichi del suo ultimo ‘incarico’ romano si ritrovano qui, come una parentesi che nulla toglie alla vicenda principale, ma anzi servono a chiarire il personaggio del protagonista e a far sì che a lui il lettore si affezioni di più.
Per il resto si può dire che i personaggi, conosciuti in "Pista nera", sono qui meglio definiti: il vicequestore Rocco Schiavone continua ad avere i suoi modi non sempre legittimi di indagare, ma il suo carattere sembra qui meno spigoloso, pur mantenendo alcune insofferenze di fondo. Intorno a lui si muovono gli agenti Deruta, D’Intino, Scipioni e Ferron, con il quale ultimo Schiavone ha costruito un’intesa stretta e complice, l’ispettrice Caterina Rispoli e il questore Costa: leggiamo di loro e li riconosciamo, fisicamente e nei loro tic. E poi ci sono le donne: Marina, la moglie mai dimenticata e anzi sempre presente nella vita di Rocco, e Nora, qui sullo sfondo.
Non è un caso se Sellerio è, insieme ad Adelphi, una delle case editrici che preferisco: a parte l’eleganza della veste grafica, la cura dei particolari, il famoso blu che strega i suoi aficionados, secondo me da Sellerio hanno un gran fiuto per i talenti naturali… Questo per dire che fare l’editore oggi non è solo impiegare capitali, ma metterci professionalità e amore.

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